La studentessa ritrovata

Quella che segue è una storia vera, accaduta non più di tre giorni fa.

Irina aveva intrapreso un lungo viaggio per giungere dalla Russia fino alla sede del convegno. Vi partecipava gente da un po’ tutto il mondo, tra studenti coetanei e docenti si contavano quasi ottanta presenze.
Quando era arrivata, quasi nessuno l’aveva notata. A malapena aveva ricevuto dalla reception il materiale del convegno e le chiavi della stanza. Era molto timida e si emozionava facilmente.

Il secondo giorno fu chiesto ai partecipanti di esporre il loro lavoro nell’aula principale. Quando venne il turno di Irina l’emozione e la timidezza ebbero il sopravvento, così non fece una gran bella figura davanti a tutti. Avrebbe voluto scomparire seriamente, non essere mai stata lì.

Venne il giorno della cena comunitaria. Il gruppo dei partecipanti si riunì all’ingresso della sede e si spostò a piedi per le vie della città verso il ristorante. Irina era tra gli ultimi, sempre nascosta o quasi, taciturna per lo più.
Forse per scattare qualche foto, forse per ammirare qualcosa che aveva visto lungo la strada, si accorse improvvisamente di essere rimasta sola in una strada che non conosceva, in un luogo straniero dove non parlavano la sua lingua.

«Ecco, mi sono persa.» pensò «Sono l’ultima ruota del carro e nessuno può aiutarmi a uscire da questa situazione».
La poveretta vagava ormai da diverse decine di minuti, sempre più angosciata ed infelice, quando in fondo alla strada vide due facce note. Erano due studenti come lei che partecipavano allo stesso convegno.
«Eravamo molto preoccupati. Quando ci siamo seduti al ristorante ci siamo accorti che non c’eri»
I tre raggiunsero il locale e quando Irina varcò la soglia tutti i quasi ottanta partecipanti applaudirono contenti perché era stata ritrovata.

Irina attraversò la sala con il sorriso e sedette insieme agli altri.

Applausi

Share