Posts elencati sotto la Categoria Anime

Rss feeds di questa categoria



Spezzare la catena

Qualche tempo fa raccontavo un piccolo episodio che mi era accaduto interagendo con un utente di un gioco online. Una cosa molto simile, sebbene ambientata e raccontata meglio, accade nell’episodio numero 22 di Full metal alchemist brotherhood.

ScarScar è un abitante di Ishval, un paese che ha sofferto la tragedia di una guerra civile e i cui abitanti ritengono che l’uso dell’alchimia sia un’offesa al creatore. Nel corso della guerra, Scar perde i suoi genitori e suo fratello, oltre a migliaia di compaesani. Viene salvato da una coppia di dottori, i coniugi Rockbell, ma sopraffatto dal risentimento e dall’odio per quegli occidentali responsabili della devastazione del suo paese, li assassina.

Recatosi nella capitale, Scar si trasforma in un serial killer che uccide gli alchemisti di stato e racconta a sé stesso che le sue azioni non sono guidate dalla vendetta ma dal volere del creatore che punirebbe così gli alchimisti. È qui che, braccato dai militari, incontra Winry, la figlia dei coniugi Rockbell.
Quando la ragazza viene a sapere che Scar è l’assassino dei suoi genitori ha la tentazione di sparargli, ma alla fine desiste. Questo fatto, insieme ad altre vicende che si sviluppano nel corso della storia, cambia radicalmente Scar liberandolo dalla morsa dell’odio. Tra gli episodi conclusivi della serie, vittime e aggressori saranno infatti schierati fianco a fianco nella lotta contro il male.

WinryLa storia sottolinea l’esistenza di una catena dell’odio: la vittima che diventa a sua volta aggressore in un mix di vendette e generalizzazioni che producono a loro volta altre vittime che avranno i medesimi sentimenti. L’odio chiama altro odio e conduce ad una serie di eventi dolorosi che non si concludono mai. O meglio, si concludono solo se uno degli anelli della catena non si comporta come gli altri. L’istinto vorrebbe che ad ogni sopruso si reagisca con cattiveria uguale o maggiore a quella subita. Il perdono è invece, da questo punto di vista, una vera e propria rivoluzione, qualcosa capace di recidere il meccanismo una volta per tutte, qualcosa di alieno rispetto al meccanismo stesso.

Share

Spada demoniaca

Un anime che ho seguito con una certa assiduità è Inuyasha. Si tratta delle avventure di un mezzo demone, un ragazzo nato da madre umana e padre demone. Il padre di Inuyasha era un demone cane tra i più potenti dell’epoca ed ha lasciato in eredità al figlio minore una spada demoniaca di nome Tessaiga.
Una spada demoniaca è un’arma forgiata con zanne, ossa, scaglie, artigli o quant’altro di solido si possa ricavare da un demone. Tanto più è potente il demone originario, tanto più formidabile risulta essere l’arma forgiata con le sue parti.

Brandire una spada demoniaca non è però da tutti. Inuyasha, essendo per metà demone, riesce a brandire Tessaiga, ad imparare nuove tecniche, a scoprirne i poteri nascosti e perfino a dialogare con la sua arma, come se avesse una volontà propria capace di insegnare al ragazzo l’utilizzo corretto di se stessa.
Spada DakkiNel corso della serie accade diverse volte che un normale essere umano si impadronisca di una spada demoniaca, dato il noto potere di una spada di questo tipo. Sistematicamente ogni volta succede che il potere della spada prende il sopravvento sulla coscienza dell’uomo che ha osato troppo, pensando di brandire un’arma fuori dalla sua portata. Un esempio fra gli ultimi, la spada Dakki: il suo fabbro umano ignora gli avvertimenti di lasciare perdere la spada e finisce con il mutare lentamente in un mostro fondendo il suo braccio all’arma. Inutile specificare la sua tragica fine.

Purtroppo le spade demoniache non esistono solo nel mondo di fantasia di Inuyasha. Pensiamo per esempio alla satira. In molti fanno uso e abuso sia del termine, sia della pratica: credono che sia sufficiente etichettare un’accusa o un insulto sotto la categoria “satira” per ottenere impunità e lode da parte di tutti, ad esclusione dell’offeso il quale, corrispondentemente, non può protestare perché altrimenti sarebbe tacciato di censura.
Arthur Schopenhauer annoverava la beffa del proprio interlocutore tra una delle tecniche (sleali) per ottenere ragione: se non si può vincere con la forza dei propri argomenti allora conviene fare ridere la platea ridicolizzando l’altro. La satira è un’arma demoniaca che bisogna saper usare, che richiede moderazione e, perché no, anche rispetto di chi si parla. Si rischia altrimenti di perdere il senso della misura e trasformarsi in creature assai brutte, non tanto esteticamente ma a livello di coscienza. Si può fare ridere per parlare di un problema reale oppure si possono inventare problemi per fare ridere. La differenza, come per le spade demoniache è che, nel secondo caso, prima o poi l’arma prende il sopravvento su chi la brandisce e lo consuma.

Share

Il paradosso del salvatore

Trigun è un anime di diversi anni fa ambientato in un futuro “far west” su un altro pianeta. Il protagonista, Vash the stampede, detto anche “il tifone umanoide” si ritrova ad affrontare i banditi del nuovo far west con l’intento di salvare sia le vittime, sia i carnefici. Ciononostante la popolazione lo teme e lui è il maggiore ricercato.

In una delle puntate vicine alla conclusione della serie viene proposto il paradosso del salvatore - termine che mi sono inventato per descrivere il problema. Vash bambino osserva una farfalla impigliata sulla tela di un ragno il quale le si avvicina per divorare la preda. Come agire? Se si libera la farfalla il ragno morirà di fame; se non si libera la farfalla il ragno la ucciderà. In entrambi i casi c’è sempre una vittima.

Trigun cicatriciNella stessa scena – permettetemi lo spoiler – il fratello cattivo di Vash propone la sua soluzione uccidendo il ragno e manifestando quello che diventerà il suo progetto malvagio: estinguere la razza umana perché, come il ragno, giudicata dannosa per il cosmo. La soluzione di Vash è invece il sacrificio: il suo corpo è pieno di cicatrici; martoriato e sfigurato da tutte le volte che si è messo in mezzo per salvare tutti. Difendendo sia l’innocente che il colpevole si è beccato il male al posto loro.
Alla fine – permettetemi quest’altro spoiler – capisce che questo suo agire non è sufficiente. La sfida più importante non è la difesa incondizionata di buoni e cattivi ma è educativa: bisogna insegnare all’aggressore una vita ordinata, retta, degna, orientata al bene. A cominciare dal fratello cattivo.

Un anime che lascia molto spazio alla riflessione: dal senso del male al problema educativo; dal tipico fraintendimento dell’operato dei buoni al valore del sacrificio.

Share

Full metal alchemist: la pietra filosofale

Ritorno a parlare di Full metal alchemist soffermandomi sulla pietra filosofale.
Nell’anime fanno la loro comparsa diverse pietre filosofali, il più delle volte sono cristalli rossi, ma possono anche trovarsi in forme insospettabili. Una pietra filosofale consente all’alchimista di “infrangere” la legge dello “scambio equivalente” permettendogli di ottenere qualcosa senza dover spendere altro del medesimo valore, cosa che nell’alchimia “tradizionale” deve sempre avvenire.

I fratelli Elric inizialmente cercano di ottenere la pietra per riavere indietro la loro integrità profanata a causa di un esperimento andato male, l’esperimento più proibito: trasmutare un essere umano.
Purtroppo la verità viene presto a galla ed i due fratelli scoprono che il tremendo prezzo per la realizzazione di una pietra filosofale è il sacrificio di migliaia di vite umane, anzi, di più: le persone utilizzate per realizzare la pietra restano come imprigionate in essa. Spesso, infatti, gli homunculus come Envy o Greed mostrano di avere al loro interno migliaia di anime in movimento. Shoccante, ad esempio, una scena nella quale dal corpo mostruoso di Envy emerge, insieme a tanti altri volti, quello di un bambino in lacrime che allunga le piccole braccia verso il dottor Marco lì vicino.

Gli Elric guardano allora alla pietra filosofale con un altro sguardo: non importa se l’aspetto è quello di un piccolo cristallo rosso; non importa quale sia la forma fisica, lo stato di sofferenza o lo stato di attività di una persona. La vita umana ed il suo valore, prescindono i nostri canoni di vitalità e serenità.

Di seguito l’episodio 43 in cui si vede la scena descritta nel post ed un piccolo dialogo conclusivo che reputo degno di nota.

Full metal alchemist brotherhood episodio 43

Share

Full metal alchemist: vizi e virtù

Sarò un nostalgico o antimoderno, ma a me piace pensare alle virtù di una volta come qualcosa di positivo e necessario per ciascuno di noi.
Centinaia di favole e di fiabe, raccontate dai genitori ai loro figli, formavano all’onestà, al rispetto, alla pace, all’operosità, alla bellezza, alla purezza e, quando attecchivano, producevano adulti socialmente preziosi perché rispettosi, in primo luogo, della loro stessa dignità e, in secondo luogo, della dignità dei loro simili.

Oggi è raro trovare chi educa in questo modo. I tempi sono cambiati, si dirà. Però il cambiamento può consistere anche in una variazione della “modalità” di trasmissione del messaggio e non in una sua negazione.
Un esempio del concetto che ho appena espresso è rappresentato da “Full Metal Alchemist”, un anime che narra le vicende di due fratelli alchimisti. L’anime è  denso di significati e di riferimenti etici: la legge dello scambio equivalente che implica che per ottenere qualcosa si debba cedere qualcos’altro del medesimo valore; il valore della famiglia (che è tutto ciò che rimane ai due fratelli); il “dazio” che i due fratelli hanno dovuto pagare per aver tentato di riportare in vita la loro madre con una trasmutazione umana; la pietra filosofale che è prodotta con un altissimo prezzo di vite umane; gli homunculs…

Io mi vorrei soffermare sugli homunculus, degli esseri dalle sembianze umane che incarnano i sette vizi capitali. Mi piace vedere che i protagonisti della storia combattano gli omunculus e, simultaneamente, si sforzino di far prevalere quei valori che ne rappresentano l’opposto.
Un bel modo di trasmettere valori e pensieri positivi.

Share

Il cuoco e l’inondazione

SanjiMentre pranzavo con un delizioso piatto di pasta, mi è venuto in mente Sanji, il cuoco della ciurma di Onepiece. Nel’episodio 319, un filler della saga di Enies Lobby/Water Seven, incontra un anziano signore che sembra cucinare meglio di lui. Sanji è un cuoco eccezionale che riesce a cucinare delle prelibatezze riciclando gli avanzi e, assaggiando la pietanza del vecchio non può fare altro che interrogarsi su quale sia il segreto di una cucina così buona.

vecchioLa prima cosa che fa è osservare la tecnica culinaria del vecchio – osservare è fondamentale per capire la realtà – ma si rende conto che il segreto di quella cucina non è la tecnica ma un ingrediente insospettabile: il sale. Il vecchio usa un particolare sale che raccoglie solo in un determinato momento dell’anno su un luogo del tutto eccezionale. Water Seven infatti soffre ogni anno il fenomeno della “Acqua laguna”, una specie di marea/tsunami che sommerge la parte bassa della città. Una cosa così tremenda viene temuta dalla popolazione che però ha imparato a prevedere il fenomeno ed a rifugiarsi per tempo nella parte alta della città, dopo aver sprangato porte e finestre delle loro case nella parte bassa. Finito il fenomeno, sui tetti delle case l’acqua del mare evapora lasciando un sale molto ricco di sali minerali. Ed è proprio sui tetti che il vecchio raccoglie il suo sale.

Sanji torna dalla sua ciurma con diversi sacchi di sale speciale mentre io, da osservatore, non posso fare altro che pensare a questo esempio di approccio verso la natura e, soprattutto, le calamità. Gli abitanti di Water Seven ormai conoscono il loro ambiente e si comportano in modo da prevenire danni a cose e persone. Allo stesso tempo, il vecchio cuoco ha tirato fuori da una catastrofe naturale, della quale spaventarsi e dalla quale proteggersi, il sale più buono del mondo.

Sanji e l'acqua laguna

Questa puntata è visibile su megavideo.

Share

Orphen: salvare la vita di tutti

Un anime che ho trovato molto gradevole, anche per via di alcune riflessioni che la trama mi ha portato a fare, si intitola “Orphen lo stregone” noto anche come “Sorcerous Stabber Orphen” e “魔術士オーフェン Majutsushi Orphen”. Conosciuto attraverso la televisione nel 2004, come penso sia capitato a molti altri che non hanno la passione del fumetto.

Orphen è uno stregone (o apprendista stregone) che lascia la sua “scuola di stregoneria” in seguito ad un incidente accaduto ad una persona a lui molto cara e coincidente con l’apparizione di un terribile mostro, simile ad un drago, soprannominato “Bloody august”. Il mostro è inseguito dagli stregoni della scuola, che lo vogliono eliminare, e dallo stesso Orphen che è anche alla ricerca dei “pezzi” della spada di Balthanders. Nel frattempo incrocia la sua strada con un giovane che apprende da lui la magia, una ragazza che li accompagna ed altri amici.

Dopo il video della seconda sigla della prima serie farò uno spoiler (racconto il finale rovinando la sorpresa a chi non l’ha ancora visto) pertanto, chi vuole vedere questo anime può fermarsi qui.

Orphen e Azalee sono degli orfani che il maestro Childman alleva e istruisce alla magia. Azalee è una ragazza ambiziosa che si innamora di Childman e cerca di compiacerlo sperimentando magie sempre più complesse. Un giorno la ragazza decide di fare un esperimento con la spada di Balthanders, un oggetto magico che nessuno stregone era in grado di usare ma che si sapeva essere molto pericoloso. Trafiggendosi con questa spada Azalee si trasforma in Bloody august e fugge via. Orphen, si dà allora la missione di riportare Azalee al suo aspetto originario. Anche Childman ha segretamente questa missione, ma nelle prime fasi sembra voler uccidere Bloody august.

Nell’ultima puntata, dopo il lungo viaggio che porta Orphen a completare la spada di Balthanders riunendone i pezzi, accade che la spada venga usata male nello scontro tra Azalee e Childman (che tra l’atro, usando un incantesimo si erano pure scambiati le anime nei rispettivi corpi). Il fallimento dell’incantesimo distrugge il corpo di Childman e riporta il corpo di Bloody august alle sembianze di Azalee. Le anime dei due restano a volteggiare attorno al corpo di Azalee ma non lo occupano, sono troppe. È a questo punto che Orphen, rischiando di dissolversi anche lui o di trasformarsi anche lui in un mostro, utilizza correttamente la spada di Balthanders trasferendo l’anima di Azalee nel suo corpo e quella di Childman (non vi fu nome più profetico) in un embrione nell’utero di Azalee.

L’amore di Azalee per Childman diviene così amore materno e la vita di ciascuno è stata così risparmiata. Lo spezzone che ho descritto è visibile su Megavideo a partire dal minuto 7.

Share