Articoli da novembre 2010



Tron

Fra circa un mese uscirà un film intitolato “Tron legacy” o, più semplicemente, “Tron 2“. È il seguito di un film cult del 1982, “Tron” che ho appena finito di guardare per la seconda volta. La prima è stata diversi anni fa in televisione perché questo film sembra non essere gradito quanto le più recenti sciocchezze.

Tron è ambientato nel mondo digitale, immaginando che ogni programma – e perfino ogni bit – abbia una coscienza e viva in un mondo che è, in fondo, molto simile al nostro. Il mondo digitale è infatti una creatura dei programmatori e dei tecnici informatici, i quali trasmettono nelle loro creazioni parte della loro essenza e creatività. Gli abitanti del mondo digitale chiamano infatti “creativi” le misteriose entità che creano i programmi ed è curioso che il protagonista del film riconosce dal loro volto le creazioni dei suoi amici programmatori.

Con un raggio ad alta tecnologia Flinn, un ex programmatore al quale hanno rubato il copyright dei giochi da lui creati, viene catapultato nel mondo digitale. In questo mondo parallelo dovrà scontrarsi con il regime del master control program, che cerca di reprimere ogni vaga impressione che i creativi esistano veramente. Il master control program sa benissimo che i creativi esistono ma conviene al suo regime che i programmi assoggettati pensino il contrario. Infatti si può vedere lo sconcerto nei subalterni del master control program quando viene loro comunicato di aver catturato proprio un creativo. Un film da vedere.

Tron

Trovate i trailers di Tron legacy qui e qui (ita).

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Troppo pieno

I gelatai di un secolo fa non avevano i frigoriferi elettrici di oggi, dovevano perciò ricorrere a dei metodi rudimentali per conservare e trasportare il gelato fino ai loro clienti. La vaschetta metallica contenente il gelato veniva infilata in un catino più grande che conteneva al suo interno una soluzione di ghiaccio, acqua e sale.

Poiché mescolando ghiaccio e sale si abbassa il punto di fusione al di sotto dei -10°C e poiché la soluzione si mantiene a temperatura costante finché c’è del ghiaccio, si otteneva facilmente un congelatore. Nel corso della giornata il ghiaccio andava però sciogliendosi diluendo la salinità della soluzione perciò il gelataio doveva aggiungere del sale di tanto in tanto.

Come sappiamo, quando il ghiaccio si scioglie il volume di acqua aumenta e se aggiungiamo del sale lo aumentiamo ancora di più. Per questo motivo, il catino che conteneva la soluzione diventava sempre più colmo.
È qui che entra in scena il “troppo pieno“: si tratta di un foro che si trova ad un’altezza prefissata sulle pareti del catino e permette alla soluzione liquida di fuoriuscire e riversarsi fuori per evitare trabocchi. Gli antichi gelatai lasciavano perciò una strisciolina di bagnato lungo il loro percorso.

Anche le persone sono come quei catini congelatori: finché hanno l’umiltà di ritenersi bisognosi in qualcosa, pronti a ricevere oltre che a dare, tutto fila liscio; quando però diventano troppo pieni di sé, dalla loro valvola di sfogo riversano la loro superbia su coloro che li circondano.

Gelataio antico

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Il tesoro

Il capitano Spencer e i suoi collaboratori avevano affrontato le insidie di un lungo viaggio per trovare la località dove viveva l’ultimo superstite del grande impero. Secondo alcune voci, alle quali Spencer aveva dato un certo credito, quell’eremita era a conoscenza del luogo dove erano state nascoste le ricchezze dell’antico grande impero che dominava quella regione fino a quasi ottant’anni fa.

Udito l’aprirsi della porta della sua capanna, l’anziano scheletrico eremita si volse indietro scorgendo la sagoma del cercatore di tesori ed esordì subito: “Un uomo così ben vestito non giungerebbe mai sin qui se non per il tesoro. Dico bene straniero?”. “Hai indovinato, vecchio, ma di me ti puoi fidare: rivelami dov’è nascosto e lo divideremo equamente” – rispose allora Spencer.
Il vecchietto si accomodò meglio sulla sua sedia di canne intrecciate e cominciò con una cantilena:

La formica porta il seme al formicaio
mentre il sole tramonta sull’orso che piange
e le sue lacrime penetrano dove germoglia la luce.

“Ti stai burlando di me vecchio! Poche ciance, dov’è l’oro del grande impero?” – “Non ho altro da dirti, straniero” – e il vecchio continuò a ripetere la cantilena. Quel vecchio avrebbe potuto vivere in una reggia, invece si trovava lì a delirare con cantilene. Per Spencer la spiegazione poteva essere una sola: era tutta una balla. Quel povero vecchio non sapeva nulla e si era inventato tutto per attirare qualche benefattore che lo avesse pagato anticipatamente.

Spencer se ne andò senza salutare. Nel ritornare alla sua nave ormeggiata percorse il sentiero che costeggia la collina della formica. Là dove punta quel costone di roccia dall’insolita forma, si trova la valle dell’orso. Al tramonto la luce giunge fino ad un torrente che scorre verso est ingrottandottandosi dopo un chilometro. Laggiù, nella grotta, l’acqua scorre su un manto d’oro, fra monete, calici e monili; immerso in una luce quasi solare.

Capita spesso che per esprimere un concetto importante sia necessario ricorrere ad un linguaggio più velato, a parlare per metafore. I raccontini e le storielle che si leggono qua e là potrebbero nascondere profondi significati. Basta leggere con meno superficialità. L’occhio non attento e precipitoso non vede altro che raccontini sconclusionati; l’uomo libero da paraocchi e guidato dal cuore riesce a scorgere l’essenziale che è invisibile agli occhi.

Tesoro

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Generalizzazioni

I ragni non sono insetti ma aracnidi: hanno otto zampe invece di sei.
RagnoI funghi non sono vegetali e nemmeno animali: fanno regno a sé stante perché cellularmente non somigliano a nessuno dei due.
fungoLe margherite non sono fiori ma sono infiorescenze: ogni margherita è composta da centinaia di piccoli fiori.
MargheritaLe balene non sono pesci ma cetacei: non hanno le branchie ma lo sfiatatoio e non depongono uova ma allattano i loro piccoli.
Balena

Si fa presto a cacciare nel gruppo ciò che in realtà non vi appartiene. Anche con i casi della vita, con le situazioni che ci si possono presentare innanzi si può essere superficiali e non fare tutti i dovuti distinguo. Si fa presto a dire “quello è amore” o “quest’altro è una cura” o “questo qui è uno svago come un altro” o “se non fa male a nessuno non è un male”. Se c’è un modo certo per sbagliare nei propri giudizi, questo è di smettere di chiamare le cose con il loro nome inserendole nel “gruppo” sbagliato.

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Un mare senza confini

Un ricercatore è fatto per ri-cercare, per esplorare l’universo e le sue leggi. Ci sono però diverse degenerazioni nelle quali uno scienziato può precipitare e la più grave è quella che lo priva proprio della sua qualità principale: il cercare.

Ho visto spesso, soprattutto tra alcuni teorici, costruire modelli su modelli, teorie su teorie, spiegazioni su spiegazioni per placare la sete di significato che tutti abbiamo. Lo scienziato, più di altri, non riesce ad astenersi dal chiedere “perché?” al mondo che lo circonda e la sua inquietudine non conosce sollievo.
Questa inquietudine non deve conoscere sollievo, perché quando il proprio modello e le proprie teorie diventano troppo buone e troppo giuste si crede di aver finito. Quando si crede – a torto – di avere una spiegazione a tutto, complessa o semplice che sia, non c’è più nessun’altra spiegazione da cercare.

Ne ho visti troppi, dire che oramai restavano da chiarire solo i dettagli; che anche se il singolo non può dare una spiegazione a tutto, lo può fare la collettività scientifica perché ha specialisti in ogni disciplina; che in un futuro molto vicino nessuno dovrà più chiedersi “Perché?”.
No, non è così. Noi scienziati, noi l’umanità siamo un manipolo di ignoranti in un cosmo così tanto più grande di noi che ci interroga costantemente sui suoi “perché”.  Non vediamo che una goccia d’acqua in un immenso e profondo oceano. Siamo tutt’altro che arrivati a comprendere tutto. Ce lo dice la storia dei modelli scartati; ce lo dicono tutti coloro che in passato pensavano di essere arrivati e poi si sono dovuti ricredere; ce lo dice chi dopo un’intera vita non ha ancora smesso di imparare.

Le nostre spiegazioni alla realtà sono grossolane e ingenue, forse errate nonostante le prove – perché anche “le prove” possono essere mal interpretate e giustificare o confutare quel che vogliamo. Una cosa che non deve mai mancare a chi si occupa del sapere è l’umiltà; l’umiltà di riconoscersi naufrago in un mare del quale non si vedono i confini.

Tempesta

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Prodotti Autodesk e bootcamp

Come ho già scritto in un precedente post, i computer di marca Apple mostrano di essere assemblati con sufficiente perizia da rappresentare una risorsa hardware non da poco. Molti sviluppatori di grafica hanno perciò pensato di utilizzare delle macchine Apple per i loro progetti professionali e sempre affamati di risorse informatiche. Ai vertici del settore grafico professionale ci sono i prodotti della Autodesk come Autocad e 3D Studio Max i quali però girano soltanto in ambiente Windows. Nell’attesa di un software per Mac Os da parte della Autodesk, agli sviluppatori non resta che creare una partizione sui loro Mac e installarci Windows. In questo caso i prodotti Autodesk funzionano ma, sovente, generano alcuni errori di licenza che costringono a riattivare il prodotto con frequenza. Dopo diverse ricerche in rete ho trovato un post molto esauriente sulla situazione, con le soluzioni alle diverse fonti di questi errori. Riporto qui un riassunto in italiano.

3DS Max

Ci sono in realtà due motivi per la sospensione delle licenze:
1) Presenza di un controller RAID SATA per il quale Autodesk ha prodotto una correzione per l’attivazione di errore 0.1.0010:
In tal caso occorre installare la BindHotfix_2007.reg HotFix (http://usa.autodesk.com/adsk/servlet/ps/dl/item?siteID=123112&id=5620053&linkID=9240658 )

Per installare la patch:
a. Chiudere tutti i programmi e accedere come amministratore.
b. scaricare il file BindHotfix_2007.reg.
c. cancellare i files “.dat” contenuti nella cartella “Software Licenses” ( in Xp si trova in C:/Documents and settings/Alluser/dati applicazioni/Autodesk )
d. Fare doppio clic sul file BindHotfix_2007.reg scaricato.
e. Fare clic su Sì quando viene richiesto, “Sei sicuro di voler aggiungere queste informazioni …” Un messaggio indicherà se il prodotto è stato aggiornato.

Una nota per il download: è necessario utilizzare il tasto destro del mouse e ‘Salva file allegati …’

Nota: BootCamp, a partire da uno o più hard disk esterni SATA collegati provoca l’interruzione delle licenze Autodesk. La correzione Autodesk non sembra essere operativa sul disco esterno. Comunque, niente panico, spegnete il (i) disco (dischi) e riavviate – è una costante – una volta effettuato l’accesso, è possibile attivare il (i) disco (dischi) senza problemi.

2) la gestione del clock: differenza tra Windows e Mac.
Autodesk ha creato una protezione basata sul confronto dei tempi tra il file di origine e il sistema operativo al momento della attivazione. Il Mac si riferisce allo UTC (Coordinated Universal Time) mentre Windows allo RTC (Real Time Clock), che comporta inevitabilmente delle differenze a seconda del fuso orario e la gestione del periodo estivo. Durante il passaggio da Mac OS (Mac orologio) a BootCamp (Windows clock)  e viceversa, Autodesk rileva la differenza nel tempo sulla piattaforma e interrompe la licenza.
Una soluzione suggerita da Autodesk è quella di istituire una licenza di rete – che lavorerà per certo, ma la sua attuazione è pesante e si fa pagare!
Ci sono diversi modi per rendere i due sistemi orologio compatibili.

A-Rendere l’orologio di sistema di Windows compatibile con Mac.
(http://wiki.osx86project.org/wiki/index.php/Tips_And_Tricks # Use_Localtime_instead_of_Universal_for_RTC ):

Nota: è inoltre possibile creare e sviluppare i propri file, ma perché complicarsi la vita!

B- Modificare entrambi i sistemi affinché le ore siano identiche:

  • Preferenze di sistema Mac \ data e ora

\ Data e ora – Selezionare ‘Set automaticamente’ su ‘Apple Europe (time.euro.apple.com)’
\ Fuso orario – Selezionare ‘Roma – Italia’

  • BootCamp: Panel \ data e ora

\ Fuso orario – Selezionare ‘(GMT +01:00) Amsterdam, Berlino, Roma…’
\ Time Zone – Selezionare ‘Passa automaticamente all’ora legale’
\ Internet Time – Deseleziona “Sincronizzazione automatica con server di riferimento orario Internet ‘

C – Forzare la sincronizzazione dell’orologio all’avvio di Windows su BootCamp:
Per gli impazienti, utilizzare il metodo descritto qui: http://pcwizcomputer.com/index.php?option=com_content&task=view&id=65&Itemid=45
In caso contrario, attenersi alla seguente procedura:

  • Digitare ‘regedit’ a Start \ Esegui e quindi fare clic su OK
  • Espandere la struttura di sistema: HKEY_LOCAL_MACHINE \ SOFTWARE \ Microsoft \ Windows \ CurrentVersion \ Run \
  • Assicurati di essere ammessi come amministratori
  • Poi nella finestra di destra, fate clic destro \ Nuovo \ Valore stringa
  • Inserire un nome, ad esempio TimeSync
  • Quindi fare doppio clic comando ‘TimeSync’ ed inserire il percorso desiderato: C: \ WINDOWS \ system32 \ W32tm.exe / resync / nowait

Definizione di informazioni di 2 di 8 opzioni di comando disponibili per w32tm:
/ Register
Può registrare come un servizio e aggiungendo la configurazione predefinita nel Registro di sistema.
/ Resync (: ComputerName [/ nowait] | [/ riscoprire)]
Risincronizzare l’orologio il più presto possibil. Se non viene specificato il nome del computer, vale per il computer locale. L’ordine è in attesa, a meno che il / nowait venga utilizzato.

  • Chiudere l’Editor del Registro di sistema.
  • Riavviare BootCamp

3) Link a siti e forum le più interessanti sul tema:
http://forum.insanelymac.com/index.php?showtopic=111303&hl=d% E9calage
http://pcwizcomputer.com/index.php?option=com_content&task=view&id=65&Itemid=45
http://forum.insanelymac.com/index.php?showtopic=11193&mode=linear
http://www.cl.cam.ac.uk/ ~ mgk25/mswish/ut-rtc.html

4) Altri metodi
a – RealTimeIsUniversal (1 ° link nel paragrafo 3): Il principio di questo comando è quello di forzare Windows a passare al sistema di pianificazione CTS UTC (GMT) che produce il contrario della soluzione Localtime_Toggle Mac = Subito> significa che impostare entrambi questi due servizi renderebbe tutto nullo! È un vecchio ordine che risale a Windows NT. Non si può dire che questa soluzione sia affidabile al 100%

b – TimeFix (Appletime.exe – Servicemanager.exe): questa soluzione è a favore di Vista, specialmente quando RealTimeIsUniversal non funziona. Attenzione ai potenziali conflitti con Localtime_Toggle Mac.
Links: http://swmirror.org/drupal/node/32 e per il download: EDIT_II footer post 1 =>http://forum.insanelymac.com/index.php?showtopic=111303&hl=d% E9calage
Si prega di notare che il Servicemanager.exe è molto utile per aggiungere eventuali servizi aggiuntivi al sistema operativo.

c – NetTime Mac : Forza una sincronizzazione più frequentemente con il server di tempo Apple. Link:http://www.mazadigital.com/

d – REFIT Mac , questa applicazione è stata sviluppata per l’emulazione Mac su un PC. Link: http://refit.sourceforge.net/

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La compilazione

I computer e gli esseri umani non parlano la stessa lingua. Costantemente ci sono degli algoritmi che si occupano soltanto di tradurre il linguaggio del computer in qualcosa che l’operatore possa capire osservandolo su uno schermo o sentendolo dagli altoparlanti.
Anche insegnare ad un computer un determinato algoritmo non è cosa facile. Ci sono – è vero – persone che hanno imparato il linguaggio macchina e ci capiscono qualcosa ma la maggior parte dei programmatori usa una lingua intermedia, un linguaggio di programmazione che sia facile da capire sia per il computer, sia per il programmatore. Quando la scrittura del programma in linguaggio di programmazione è terminata, questo viene tradotto in linguaggio macchina attraverso la “compilazione”.

Ora, immaginiamo di essere una delle tante istruzioni compilate qualche decina di cicli macchina fa e che questo processo non sia ancora terminato. Attorno alla nostra istruzione vengono dichiarate variabili che saranno usate da istruzioni che  il compilatore tradurrà soltanto fra cinquanta cicli macchina. Altre istruzioni circondano la nostra protagonista senza che si capisca bene il loro scopo e il motivo della loro esistenza.
Cosa concluderebbe la nostra istruzione, dopo soltanto due cicli di pensiero? Concluderebbe che il mondo che la circonda sia formato da cose prive di senso, buttate lì perché c’era spazio libero.

Potrebbe mai immaginarsi, la nostra istruzione, che fra qualche migliaio di cicli il programma sarà terminato e potrà svolgere il compito per il quale è stato scritto? Potrà mai figurarsi che tutte quelle istruzioni siano state scritte con un preciso scopo e una specifica funzione?
Quando il programma sarà interamente compilato ed eseguito, quando l’istruzione passerà dal disco rigido alla memoria volatile del computer, ogni byte avrà un significato e una funzione.

Matrix

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Il regalo brutto

Un Natale di tanti anni fa, quando ero ancora un bambino che non sapeva leggere fluentemente, ricevetti uno dei regali più brutti della mia infanzia. Di solito ai bambini piacciono i giocattoli o i dolci ed era questo che mi aspettavo di trovare sotto l’albero. Quella volta però trovai qualcosa che mi apparve ancor più deludente di un pullover o di un paio di calzini.

Era una di quelle robe da quattro soldi che si acquistano in edicola; era composto da un libriccino illustrato di fiabe e favole assortite e da un’audiocassetta sulla quale era incisa la lettura degli stessi brani del libro. Ai miei occhi appariva come la cosa più noiosa, inutile e stupida del mondo. Chiaramente oggi non la penso più così ma ricordo bene che quel giorno ci stetti davvero male per quel regalo così cattivo e per la cattiveria che, secondo la mia logica di bambino, doveva aver avuto mio papà nel farmi quel regalo.

Dopo l’impatto iniziale decisi ugualmente di utilizzare quel regalo, credo per dimostrare che non fosse bello e non per trarne beneficio. Prima di cominciare leggevo lentamente e con la classica cantilena dei bambini ed ero tra gli ultimi della classe. Imparare a leggere così bene alimentò la mia autostima e cominciai ad impegnarmi un po’ di più nello studio passando dalle ultime posizioni alle prime. Oggi, addirittura, leggo in pubblico e chi mi ascolta sembra riternermi uno che legge bene (salvo alcune eccezioni), nonché ho alle spalle una carriera da studente abbastanza buona.

Nella vita si soffre. Ci capitano cose che ci fanno stare male, gratuitamente, senza alcuna apparente logica. Ancora più grave è quando il male sembra proprio provenire da chi ci vuole bene o dovrebbe volerci bene. In quel caso alla sofferenza si aggiunge la delusione e la prima cosa che viene voglia di fare è allontanarsi da quella persona negandole ogni rispetto.
A caldo non è mai facile capire. Io compresi che quel regalo era forse il migliore che mi fosse mai stato fatto solo dopo diversi anni. Chi ci vuole bene veramente finisce inevitabilmente per farci del male apparente, perché spesso non si può costruire senza distruggere e la costruzione è sempre qualcosa di paziente, visibile solo quando comincia a prendere forma.

audiocassetta

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Collo di bottiglia

Io possiedo due computer: un Macbook nero del 2007 e un pc fisso comprato circa un anno dopo. Il Macbook ha:

  • processore Intel Core 2 Duo 2.2 GHz (ridotto dalla Apple a 2.16 GHz)
  • 1 Gb di RAM 667 MHz DDR2
  • un hard disk da 160 Gb
  • scheda madre che ha un FSB a 667 MHz

Il pc fisso ha:

  • processore Intel Pentium D 2.8 Ghz
  • 4 Gb di RAM di cui 2Gb da 333MHz e 2Gb da 266MHz
  • tre hard disk rispettivamente di 80, 160 e 320 Gb
  • scheda madre Asus P5LD2 con FSB a 800MHz

Premetto innanzitutto che i due computer li ho comprati così: già assemblati.
Come si può ben vedere, le caratteristiche dei componenti del pc fisso sono superiori a quelle del Macbook, ciononostante accadde un giorno che, facendo girare windows su entrambi i computer e avendo installato lo stesso software su entrambe le macchine, il medesimo calcolo veniva “risolto” dal Macbook nella metà del tempo impiegato dal pc fisso.

Perché il computer più potente va più lento? Possiamo rispondere a questa domanda guardando le velocità delle singole parti. Innanzitutto mai mettere memorie di velocità diverse nella stessa macchina perché altrimenti la memoria veloce dovrà rallentare per stare dietro a quella lenta. La velocità dei 4 Gb RAM del fisso è quindi per tutti 266MHz e non 333MHz. Ora vediamo qualche rapporto tra le velocità dei vari componenti.

FSB/RAM = 800/266 = 3.00751879699

Significa che il bus – il canale di comunicazione che lega fra loro tutti gli elementi del pc – deve aspettare almeno tre dei suoi cicli per avere una risposta dalla memoria. Il fatto che il rapporto non venga un numero intero è poi uno svantaggio perché ogni tanto i cicli da aspettare saranno quattro, cioè non è nemmeno costante il tempo da aspettare.

CPU/FSB = 2800/800 = 3.5

Significa che il processore passa, una volta tre cicli e una volta quattro cicli, ad aspettare il bus della scheda madre. Ciò che accade nei tre protagonisti di queste lunghe attese si chiama, in gergo tecnico, “collo di bottiglia” ed è più o meno la stessa cosa che succede quando, a causa di lavori sul manto stradale, una strada a 4 corsie diventa un vicolo ad una sola.

La lezione che si impara da questa storia è che spesso ci perdiamo la visione d’insieme nelle nostre scelte. Preferiamo uno stile di vita ad un altro in virtù dei singoli fastidi o delle singole imposizioni senza riflettere che queste, insieme a tutto il resto, definiscono qualcosa di realmente migliore, un “di più”. Ci facciamo un po’ prendere in giro dai numeri vertiginosi delle periferiche e delle loro caratteristiche fino a non realizzare che il fascino più grande sta nel non tralasciare nulla, nello sfruttare le nostre qualità e la nostra natura al meglio senza sbilanciamenti né esagerazioni. Con buona pace di chi non crede che un Macbook dalle scarse caratteristiche non possa battere un pc di qualità “superiore”.

Bottiglie

Quanto al mio pc fisso… un giorno ne assemblerò uno per conto mio.

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Copertura

Annalisa amava Francesco; lo amava di quell’amore vero, sincero e razionale che guarda al futuro e fa attenzione all’altro nella sua interezza; difetti inclusi.
Una sera Francesco rientrò molto agitato. Era in ritardo ed Annalisa non aveva mai visto quell’espressione sul suo volto. Per Francesco era impossibile nascondere ad Annalisa ciò che era successo – quello che aveva fatto – perciò, chiusa la porta, si sedette con lei al tavolo della cucina ed iniziò a raccontare del suo errore.

Il racconto andava avanti sempre più lentamente, la voce di Francesco si faceva sempre più flebile e soffocata dall’emozione della colpa. Quando cominciò a parlare delle vittime non poté trattenere il pianto ed il racconto si interruppe più volte per singhiozzi e crisi. Le mani di Francesco passavano ripetutamente dai suoi capelli ai suoi occhi coprendo, ogni tanto, l’intero volto devastato da quella colpa troppo grande.
Anche Annalisa piangeva, non perché fosse ferita o oltraggiata in qualche modo da ciò che aveva fatto Francesco – e lo era – ma perché percepiva nettamente la sofferenza ed il pentimento di Francesco.

«La mia vita è finita, non c’è più speranza per uno come me» – concluse Francesco, lasciando immaginare che di lì a poco l’avrebbe fatta finita in qualche modo. Annalisa lo guardò negli occhi – «No, Francesco. Io ti conosco e ti amo: so cosa è meglio per te e so come ti stai sentendo ora. Proprio per questo so che quanto è accaduto oggi non si ripeterà mai più e…»
Rumori provenienti da fuori interruppero la frase. «Nasconditi qui e non fiatare» – disse rapidamente Annalisa mentre trascinava per un braccio Francesco. Lui avrebbe voluto non farlo, ma era troppo scosso per muovere qualsiasi obiezione.

Pochi istanti dopo bussarono alla porta. Era un gruppo di sei o sette persone che cercavano Francesco perché “doveva pagare”.
«Non è qui. Potete anche controllare se volete» – replicò loro Annalisa. Dopo essersi guardati un po’ intorno, quelli se ne andarono e Francesco poté nuovamente sedersi a parlare con Annalisa – «So che quanto è accaduto oggi non si ripeterà mai più e che tu sei realmente pentito. Ora, l’unica cosa della quale hai bisogno è di cominciare una vita nuova, una vita migliore. Hai bisogno di essere accolto ed amato, non di essere punito, perché è già tremenda la punizione che stai infliggendo a te stesso. L’unica cosa della quale devi preoccuparti è di riparare il riparabile, di ricavare un bene dal male che è già stato compiuto, non di scontare pene.»

Annalisa è stata forse una criminale per aver “coperto” Francesco? Si può rimediare al male con altro male? Spesso noi pretendiamo che ciascuno paghi a caro prezzo i propri errori, ma non riflettiamo che anche noi ne commettiamo e che fa parte della natura umana sbagliare. Non riflettiamo, soprattutto, sul dolore che certe persone si portano dietro, sul fatto che la condanna e l’esecuzione non sono sempre la strada giusta per combattere il male. Accogliere, non significa certamente essere accondiscendenti, ma implica osservazione e riflessione affinché anche chi ha commesso il male abbia la possibilità di essere una persona buona. Se poi costui inganna e finge il pentimento, non è bene sospettare la malafede e, in ogni caso, ogni nodo verrà prima o poi al pettine.

Disperato

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