Articoli da febbraio 2011



Minimo di potenziale

L’energia potenziale è una di quelle cose della fisica che impregnano praticamente ogni cosa e ogni azione. La nostra stessa sopravvivenza avviene grazie al rilascio dell’energia potenziale chimica proveniente dagli alimenti. Quando usiamo l’ipod o il computer portatile, l’energia potenziale chimica nelle pile viene utilizzata finché non si esaurisce diventando minima. La regola naturale è che tutte le cose tendono a passare da un potenziale più alto ad uno più basso. Per portare perciò qualcosa ad un potenziale più alto, occorre fare uno sforzo, attingere energia da qualche altra parte e compiere un lavoro. Viceversa, non ci vuole niente affinché un oggetto passi da un certo potenziale al suo minimo e, quando lo raggiunge, non ritorna indietro se non si fa un qualche lavoro.

È come creare e distruggere. Creare richiede uno sforzo, richiede creatività, sacrificio, impegno. Distruggere è invece maledettamente facile: ciò che occorre è già a disposizione, creato con fatica da qualcuno, e non è necessario nessuno sforzo particolare per portare al suo “minimo di potenziale” qualcosa che era stata faticosamente elevata. Distruggere qualcosa di bello è però qualcosa di fondamentalmente brutto, come distruggere qualcosa di buono è fondamentalmente cattivo. Di fronte a molte cose delle quali disponiamo, la nostra unica scelta è tra mantenere o distruggere. Possiamo tagliare i capelli ma non comandarne la crescita; possiamo cogliere un fiore ma non decidere se e quando la pianta ne farà germogliare un altro; possiamo togliere la vita ma non darla a nessuno, né tanto meno a noi stessi.

Demolizione

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Macchie

Tutti conosciamo o abbiamo sentito parlare del test di Rorschach, quelle macchie di inchiostro usate in psicologia per indagare possibili problemi nei pazienti. Contrariamente a quanto generalmente si pensa, la finalità del test non è tanto quella di sapere cosa il paziente vede nella macchia ma l’osservazione degli atteggiamenti e dei segni che il paziente manifesta durante la risposta. In pratica si tratta di vedere se certi argomenti infastidiscono più di altri o provocano rifiuti particolari o sentimenti anomali.

Potremmo già concludere che i segnali impliciti che ci manda il paziente sono più importanti delle parole che egli ci dice esplicitamente. Allo stesso modo il mondo che ci circonda e ciò che non possiamo percepire direttamente comunica con segni, che richiedono un’interpretazione ma che spesso sono molto più eloquenti di tutti i trattati e le ricerche e i discorsi che gli esseri umani hanno potuto fare nei secoli.

Anche considerando il test come metodo per vedere i “chiodi fissi” nei pazienti può però essere interessante perché, in effetti, non è necessario eseguire il test con delle macchie di inchiostro. Possiamo scrivere un testo equivoco o con frasi di carattere generale e vedere se il nostro lettore salta subito al suo argomento per associazione. In giro per internet ho notato spesso che gran parte delle persone, leggendo un testo che parlava di argomenti del tutto generali, andava all’attacco o si metteva in difesa perché in quel testo ci vedeva l’apologia del suo nemico politico e/o culturale o la sua difesa. Le ossessioni sono pericolose, si rischia di attaccare innocenti e di alzare barricate contro gente del tutto pacifica. Esse vanno a braccetto con il pregiudizio ed il preconcetto, tutte cose che offuscano il giudizio e ci rendono orbi nei confronti della realtà.

Macchie di Rorschach

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Svincolo

Qualche giorno fa, una delle poche volte nelle quali ho utilizzato l’automobile per andare a lavorare, stavo guidando sulla via del ritorno quando sono giunto ad uno svincolo che conosco bene. Lo svincolo si dirama in due bracci: quello sulla destra va a scendere verso sud; quello sulla sinistra va a salire verso nord in direzione di casa mia. Nell’ora di punta lo svincolo sulla sinistra è sempre intasato da una lunga fila di auto (e di certo lo STOP non aiuta) mentre sulla destra le auto scorrono normalmente.

Conosco bene la zona e so che se si imbocca il ramo destro dello svincolo, si incontra una traversa sulla sinistra che, attraverso stradine strette ma vuote, riporta verso nord, oltre lo STOP e oltre gran parte della fila. Una prima riflessione che si potrebbe fare è che l’esperienza paga: la strada indicata dalla persona che ha esperienza, anche se sembra stretta e isolata può essere migliore, molto migliore della strada che sembra più “ovvia” e più facile.

La seconda riflessione è che, anche se imboccando quella strada non ho fatto nulla di illegale, ho pur sempre eseguito un “trucco”, una manovra per avere un vantaggio sugli altri che fanno la fila, un modo di scavalcarli. Quando infatti sono arrivato sotto casa, ho trovato tutti posti occupati. Mi dico “pazienza” e vado a parcheggiare in fondo alla strada. Chiudo la macchina e mi incammino verso casa. Appena arrivo proprio davanti al portone, una delle auto parcheggiate va via liberando il posto più ambito della strada. A questo punto sono tornato alla macchina per spostarla e ho complessivamente perso più tempo di quello che avrei perso facendo la fila come tutti gli altri.

Se non avessi fatto “il furbo” avrei trovato il posto migliore fin da subito. Certo, alla fine l’ho avuto lo stesso ma ho fatto più fatica e ho perso più tempo. Questo piccolo episodio mi ha fatto riflettere sul senso di certe regole (e non mi riferisco alla legge ma anche a semplici modi di fare non scritti): spesso le rifiutiamo perché non vediamo altro che lo svantaggio che il seguirle ci apporta. Non ne capiamo il senso o non ne vediamo il beneficio ultimo se non quando gli effetti e le conseguenze della trasgressione ci si ritorcono contro.

Svincolo

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Pesce palla

Il fugu è un piatto tipico della cucina giapponese che si prepara con il pesce palla, un abitante delle barriere coralline che non ha proprio voglia di farsi mangiare. Quando infatti il pesce palla è spaventato si gonfia per sembrare più grosso. Inoltre, nel caso in cui questo espediente non bastasse, è dotato di un potente veleno, la tetrodotossina, che è 1200 volte più letale del cianuro. Il fugu viene preparato con una complicatissima tecnica che ha lo scopo di evitare che la parte commestibile venga contaminata dal potente veleno. Un minimo errore nella tecnica di taglio può perciò portare alla morte dei commensali.

Ci sono persone che sono dei veri e propri pesci palla. Si gonfiano con aggressività, saccenza o scherno perché, sotto sotto, hanno paura della persona con la quale stanno parlando – più che altro perché non la conoscono veramente. Di fronte al comportamento di queste persone verrebbe voglia di ripagarli con la loro stessa moneta, di usare la lingua più tagliente che si può per ferire o quantomeno liberarsi dall’aggressore. Rispondere così è però pericoloso: se sbagli il taglio, esce fuori solo veleno.

Pesce palla

L’idea di questo Post è della mia fidanzata ;-)

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Sicurezza obbligatoria

Fare ricerca nell’ambito della fisica nucleare comporta delle speciali precauzioni per la sicurezza e la salute. Per esempio, i lavoratori classificati come “esposti” devono presentarsi ad una visita medica periodica. Se, dopo essere stati adeguatamente avvisati, si rifiutano di presentarsi alla visita medica commettono un reato punito dalla legge.

Lo stesso discorso vale per la sicurezza sugli autoveicoli: chi viene sorpreso privo delle cinture di sicurezza è severamente sanzionabile e rischia la sospensione della patente.
In generale, esistono leggi che obbligano le persone ad adottare comportamenti e strumenti che ne salvaguardino l’incolumità individuale.

Domanda: la legge serve soltanto a vivere tutti in pace regolando i rapporti reciproci oppure serve anche a prevenire ciò che è sbagliato e, in ultima analisi, nocivo per sé stessi e la propria umanità/dignità?
Se esiste una libertà di fare quel che si vuole finché non si nuoce agli altri, potrei benissimo scegliere di non proteggermi e di non prendere alcuna precauzione per salvaguardare la mia incolumità (ma fino a che punto sono autorizzato a scegliere per me stesso?). Al contrario, se la legge deve promuovere una certa condotta degna  di (=che si addice ad) un essere umano, impedendo i comportamenti scorretti, non c’è libertà individuale che tenga, neanche se c’è la scusante che non si nuoce ad anima viva.

Si può fare del male anche senza coinvolgere le altre persone; si può nuocere a sé stessi senza saperlo, certe volte anche credendo di non fare nulla di sbagliato; si può fare qualcosa di inappropriato senza rendersene conto. Se so che una determinata attività è incivile, scorretta, brutta, disumana o sbagliata non è forse meglio per tutti proibirla con lo strumento della legge? La mia libertà non finisce soltanto dove inizia quella degli altri ma anche dove diventa movente per compiere azioni non degne della mia umanità.

Elmetto di sicurezza

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Blogger premio catena

donoLa carissima amica Merins, una persona squisita che avrei tanto voluto avere come insegnante durante le scuole dell’adolescenza e che mi invita spesso a cena, mi ha coinvolto in una catena di scambi di link. Le regole sono le seguenti:

linkare questo post nel loro blog, segnalare 3/5 blog poco noti e meritevoli di essere conosciuti ed informare gli autori dei blog prescelti affinchè si prosegua nella valorizzazione delle risorse a disposizione.

Stando perciò alle istruzioni faccio un elenco minimale di blog che vorrei segnalare, con la premessa che i miei lettori si contano sulle dita di una sola mano e che quindi il mio apporto all’intera macchina dello scambio dei link è circa zero.

Il primo blog che segnalo è Nonna Internauta. È gestito da una carissima amica con la quale parlai al telefono subito dopo aver sostenuto il difficile esame per l’ammissione al dottorato. La cosa mi fece piacere e, a distanza di anni, non l’ho dimenticata.
Il secondo blog che segnalo è quello (sono quelli) di NightOwl87: in italiano e in inglese. Li segnalo perché c’è del bello da quelle parti ed è un peccato che ci sia chi si perde questa bellezza solo perché non era a conoscenza del luogo informatico. Vorrei che questa segnalazione valesse per due, ma se così non fosse suggerisco un terzo blog.
Si tratta di Corvo: memorie del tempo. In lingua originale (portoghese) e tradotta da google (in italiano). Lo gestisce un mio cugino (figlio dello zio Saverio) che vive a Praia, la capitale di Capo Verde. Parla del villaggio dove anche io ho le mie origini e spero che il senso di quel che dice sia comprensibile nonostante la pessima traduzione di google. Da ipotesi non supportate dai fatti dovrei avere un lettore che conosce il portoghese, almeno lui riuscirà a capire cosa dice quel blog.

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Seminatore

Quando arriva la stagione della semina, l’agricoltore disperde i semi per tutto il campo; concima il terreno; lo rimescola per renderlo soffice e uniformemente ricco di minerali; lo irriga ogni giorno. Oltre a tutto questo lavoro non può fare altro che aspettare e sperare. Spera che il suo lavoro sia stato sufficiente ed efficace, che il miracolo del germoglio che viene fuori da un piccolo seme possa ripetersi. Aspetta perché lui può solo preparare le condizioni ma non può comandare il seme né stabilire il giorno in cui il germoglio si affaccerà all’aria aperta.

Il seminatore non può sapere che è andato tutto bene finché non vede con i suoi occhi che i germogli sono finalmente spuntati fuori dal terreno. Lui sa che se semina, molto probabilmente raccoglierà, ma lo sa in virtù della sua esperienza; lo sa perché ha osservato lui stesso, e altri prima di lui, questa meraviglia della vita. Certo, fa di tutto affinché a germogliare sia il maggior numero di semi, ma non stabilisce quanti perché non ha alcun dominio su ciò che ha imparato a conoscere ed utilizzare.

Il rapporto dell’uomo con la realtà non è di dominio assoluto. Non si è padroni né comandanti di gran parte di ciò che ci circonda e perfino di noi stessi: non possiamo cambiare il numero o il colore naturale dei nostri capelli; non possiamo decidere se e quanto anche l’unghia più piccola crescerà. Si può dire, di un qualcosa della quale non disponiamo, che ci appartenga? E se qualcosa non ci appartiene ma ne facciamo uso, di che si tratta? Un prestito? Un dono?
Quel che possiamo fare, come l’agricoltore, è conoscere e rispettare: fare buon uso di ciò che, agli effetti, non ci appartiene.

Semi girasole

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Nucleosintesi

Nel sottosuolo del nostro pianeta ci sono minerali di ogni tipo e, tra questi, anche l’uranio e altri elementi pesanti. Attualmente si crede che tutti gli elementi presenti nell’Universo siano dovuti alla nucleosintesi nelle supernovae, un processo esplosivo attraverso il quale si passa da nuclei di media taglia, ad oggetti molto più pesanti.
Una supernova dura qualche anno – un tempo estremamente rapido per una stella – e lascia una estesa nube ricca degli elementi prodotti nelle reazioni nucleari e un piccolo residuo centrale.

Questa è la spiegazione che attualmente ci diamo al perché sulla Terra ci siano elementi pesanti come l’uranio. Soffermandosi però un attimo su questa spiegazione vengono in mente alcune considerazioni e alcune domande.
Se l’uranio proviene dalla nucleosintesi in una supernova vuole dire che prima dell’esistenza della Terra, prima dell’esistenza del Sole, nella stessa porzione di spazio, dev’essere esistita una stella che poi ha prodotto una supernova e i cui residui costituiscono noi e il resto del nostro sistema solare. Quanto era grande? Di che colore era? Dov’era di preciso? Qual’era la sua temperatura? Quando è esplosa? Perché la materia sparsa da un fenomeno esplosivo dovrebbe letteralmente invertire il moto e ri-aggregarsi (concentrando, tra l’altro, gli elementi leggerissimi nel Sole – che sta al centro – e quelli pesanti sui pianeti)?

Se volessi fare lo scettico, direi che questa fantomatica stella può non essere mai esistita – anzi, potrei anche dire che non è affatto esistita – e pretenderei le “prove” di questo misterioso oggetto primordiale che è stato causa della nostra esistenza (ad esso dobbiamo la nostra esistenza). Potrei anche arrivare a dire che i sostenitori di questa teoria sono dei bugiardi o dei poveri illusi che si raccontano frottole perché non sanno rispondere.
Se facessi così sarebbe una chiusura mentale di fronte ad una possibilità che non può essere esclusa solo perché i mezzi attualmente a nostra disposizione non possono confermarla al 100%. Certo, potrebbe anche darsi che un giorno qualcuno scopra che effettivamente le cose siano andate diversamente…

Chissà quante volte chiamiamo “frottola” qualcosa che ci viene detto solo perché le prove a carico non sono definitive o sono scarse o non sono come le vorremmo. Chissà quante cose, visibili o invisibili, passate o future, sfuggono ancora alla nostra comprensione… È lecito saltare subito a conclusione ed affermare che queste non esistono solo perché non siamo capaci di indagarle o comprenderle? Una mente aperta non è avventata, non salta rapidamente alle conclusioni ma raccoglie gli indizi. Spesso questi indizi sono sufficienti per credere ad una certa visione dei fatti.

supernova gigante

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Asino

Tra un asino e un cavallo non c’è confronto. Non a caso si sono spese arti di ogni tipo nel rappresentare la magnificenza estetica del cavallo, la sua “nobiltà”. Eppure, povero asinello, sei un grande lavoratore perché il padrone ti carica la schiena di fardelli. Sei usato come parola di scherno per gli studenti svogliati e testardi. Nessuno stravede per il poterti cavalcare, anche se non sei orgoglioso quanto il cavallo e raramente rifiuti chi ti vuole salire in groppa.

Ti vedo arrampicarti per il sentiero, lentamente, con due enormi sacchi appesi ai fianchi. Il padrone ti cammina affianco. Un cumulo di fieno ti aspetta a casa, forse anche una carota. Liberato dal tuo carico, una carota e una carezza saranno il tuo premio.

La tua fatica non è sprecata, il tuo lavoro non si perde su uno scaffale o entro una cornice; aiuti il tuo padrone a mandare avanti la fattoria e, se il padrone è buono e merita, questo è sufficiente per renderti felice.

Asino

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Ascoltare

La macchina fa rumore: un cigolio continuo e fastidioso è comparso da pochi giorni. C’è poco da fare, bisogna portarla dal meccanico, ed è ciò che viene fatto. Il meccanico apre il cofano e accende il motore: non fa nient’altro che ascoltare il sibilo e guardare un po’ intorno. «È il cuscinetto della cinghia» conclude. Il pezzo viene sostituito ed il motore ritorna al suo solito ruggito.

Come avrà fatto a capire dove stava il problema senza smontare un solo bullone? Logica vuole che si controlli minuziosamente ogni pezzo che sia nei dintorni della sorgente del rumore – sempre che la si riesca a distinguere in mezzo al frastuono di pistoni e ingranaggi. Il meccanico esperto sa invece che ogni rumore proveniente dal motore ha un significato e sa interpretare questi suoni come un bravo dottore diagnostica una malattia osservandone i sintomi.

Lo stesso orecchio – sebbene meno preparato – è quello necessario per guidare bene una macchina. Ascoltando in che modo il motore ruggisce si capisce se è il momento di cambiare marcia, oppure se bisogna accelerare di più o di meno o, addirittura, si può fare in modo di risparmiare benzina instaurando un regime di basso consumo.

Dietro a fenomeni che appaiono banali o scontati, si nasconde spesso un senso, qualcosa che spinge lo sguardo al di là dell’approccio superficiale. Il mondo circostante, l’Universo, parla con una lingua che è intelligibile solo con una certa esperienza e, soprattutto, con uno sguardo aperto, un orecchio predisposto all’ascolto.

Vano motore

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