Segnali stradali

Perché questa metafora delle strade e dei segnali in questo blog?

Per rispondere riflettiamo un attimo su cosa siano i segnali stradali e sulla loro funzione. Anche coloro che non hanno la patente non possono fare a meno di accorgersi che le strade – e non solo – di ogni luogo sono tappezzate di cartelli, segnali, avvisi, indicazioni di ogni tipo. Qualcuno impara a riconoscerli da bambino, osservando il comportamento degli altri, altri ne studiano il significato e conseguono la patente di guida, per molti i segnali valgono anche se non si sta guidando una vettura.

Siamo circondati di segnali il cui scopo è sostanzialmente l’ordine e la sicurezza. Una città priva di qualsiasi tipo di segnaletica può diventare un cimitero. I segnali sono quindi fondamentali, ma non solo per la nostra incolumità. Molti segnali indicano la direzione da seguire, i luoghi che si stanno per raggiungere, i chilometri che mancano ad una determinata meta. Quindi i segnali, in qualche modo, ci avvertono di ciò che stiamo per incontrare sulla nostra strada e ci sottolineano i tratti pericolosi del mondo che ci circonda, oppure regolano soltanto un modo ordinato di comportarsi. Basta, per esempio, pensare al cartello “chiuso per pranzo” appeso fuori da un negozio, oppure alle strisce sul pavimento dell’ufficio postale che indicano come accodarsi in fila.

I segnali sono lì, immobili. Non sembrano esercitare alcuna prepotenza, né si piazzano davanti al parabrezza del veicolo monopolizzando il panorama. Questa dei cartelli è una proprietà che lascia liberi: liberi di ignorare i segnali, di vederli ma di non obbedire. Una cosa però è certa: i segnali sono stati messi da qualcuno che conosce i pericoli della strada e le conseguenze del disordine. In generale ci fidiamo dei segnali stradali perché sappiamo che seguirli è il nostro bene (e l’incolumità delle nostre tasche).

Quindi, di cosa potrebbero essere la metafora questi segnali?

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