Il soffio

In una valle del Giappone viveva, tanto tanto tempo fa, un anziano signore che poteva vantare un giardino di estrema bellezza. Aveva cominciato costruendo uno steccato dipinto con il colore del cielo stellato; aveva messo delle piccole lanterne qua e là affinché il suo giardino potesse essere apprezzato anche di notte. Anche se ancora non c’era nulla di apprezzabile, il paziente vecchietto aveva già in mente come sarebbe stato il suo giardino.

Gli anni passavano ed il giardino cominciava a prendere forma. Aveva scavato un ruscello per irrigare meglio la grande varietà di piante e fiori che aveva coltivato.
Un giorno cominciò a decorarlo con delle forme che ricavava dalla carta colorata. All’inizio faceva solo delle figure geometriche ma poi migliorò costantemente  realizzando delle figure stilizzate di animali di ogni tipo.

Il giardino era quasi finito e l’anziano signore passeggiava fra le sue creazioni. Quegli animali erano tutti delle sagome più o meno bidimensionali, figure che non racchiudevano un volume dentro loro. «Voglio fare qualcosa che sembri vivo, che abbia un suo volume» pensò l’artista.
Prese un altro foglio di carta colorata e lo piegò riflettendo bene. Non era difficile e sembrava stesse facendo uno dei soliti animaletti. In effetti non differiva molto dalle altre creature che aveva modellato: era fatto di carta come le altre creature; era bidimensionale e immobile come le altre creature.

L’unica differenza era un piccolissimo foro nella sua parte inferiore.
L’anziano artista prese la sua creatura appena modellata, la portò vicino alla bocca e soffiò dentro il piccolo foro. «Ecco! Era proprio questo ciò che volevo». La gru che aveva creato era diventata speciale grazie a quel soffio: uguale nel materiale e nella tecnica alle altre creature ma meravigliosamente unica perché non più bidimensionale.

Origami

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