Seminatore

Quando arriva la stagione della semina, l’agricoltore disperde i semi per tutto il campo; concima il terreno; lo rimescola per renderlo soffice e uniformemente ricco di minerali; lo irriga ogni giorno. Oltre a tutto questo lavoro non può fare altro che aspettare e sperare. Spera che il suo lavoro sia stato sufficiente ed efficace, che il miracolo del germoglio che viene fuori da un piccolo seme possa ripetersi. Aspetta perché lui può solo preparare le condizioni ma non può comandare il seme né stabilire il giorno in cui il germoglio si affaccerà all’aria aperta.

Il seminatore non può sapere che è andato tutto bene finché non vede con i suoi occhi che i germogli sono finalmente spuntati fuori dal terreno. Lui sa che se semina, molto probabilmente raccoglierà, ma lo sa in virtù della sua esperienza; lo sa perché ha osservato lui stesso, e altri prima di lui, questa meraviglia della vita. Certo, fa di tutto affinché a germogliare sia il maggior numero di semi, ma non stabilisce quanti perché non ha alcun dominio su ciò che ha imparato a conoscere ed utilizzare.

Il rapporto dell’uomo con la realtà non è di dominio assoluto. Non si è padroni né comandanti di gran parte di ciò che ci circonda e perfino di noi stessi: non possiamo cambiare il numero o il colore naturale dei nostri capelli; non possiamo decidere se e quanto anche l’unghia più piccola crescerà. Si può dire, di un qualcosa della quale non disponiamo, che ci appartenga? E se qualcosa non ci appartiene ma ne facciamo uso, di che si tratta? Un prestito? Un dono?
Quel che possiamo fare, come l’agricoltore, è conoscere e rispettare: fare buon uso di ciò che, agli effetti, non ci appartiene.

Semi girasole

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2 Commenti

  1. avatar Intricato scrive:

    Ce provo

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