Saprei farlo meglio

Un mio parente è un appassionato di formula 1: non si perde un gran premio. Ogni volta che si mette a guardare un gran premio in televisione non si astiene dal dire “Se quella macchina la guidassi io, vincerei”. Pensieri di questo tipo vengono fuori anche in altri ambiti: dalla cassiera che ci fa aspettare troppo al politico che non decide ciò che ci viene più vantaggioso. Ma, a parole, chiunque è capace di dirsi migliore e di inventarsi tutte le strategie teoriche che vuole.

Quando si presenta la prova dei fatti, quando realmente si finisce a dover sostenere il lavoro di chi prima si era ritenuto incapace, si rischia però di fallire in modi anche più gravi di quanto lo avesse fatto il predecessore. Tanto è più grande la responsabilità di chi abbiamo criticato, tanto più potrebbe rivelarsi difficile e complicato riuscire a sostituirlo con lo stesso grado di efficienza. È ciò che succede a Bruce, il protagonista di “una settimana da Dio” interpretato da Jim Carrey.

Il caso estremo riportato nel film mostra come questo genere di sfide, se non si hanno le capacità di chi viene criticato, siano tutte destinate al fallimento. Questo avviene perché il fulcro della critica non è inquadrato nelle più ampie e complesse dinamiche delle quali ne rappresenta solo un infinitesimo. Per essere più semplici, se i merluzzi nell’atlantico diminuiscono, non è eliminando le foche che li si aiuta a crescere perché la catena alimentare dell’atlantico coinvolge centinaia di specie e sconfina sovente al di là del mare.

Siamo sempre pronti a lamentarci di qualcosa che non va secondo la nostra logica ma ciò non significa che una logica, che un motivo, un senso non ci siano.Jim Carrey

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