Il dittatore

«Tutti mi chiamano “Signore”, vivono per mia approvazione. Mi presento: sono Zorcus, il dittatore»

Cosa l’ha spinta a diventare la personalità che è oggi?
Direi che è stata colpa della mia maestra: mi affascinò quando spiegò il funzionamento del cervello e delle sinapsi. Ogni pensiero, ogni sentimento ed emozione sono soltanto impulsi elettrici che si mescolano e si propagano all’interno del cervello. Capii da subito che quei pezzi di carne che avevo intorno potevano diventare essere solo due cose: un impiccio o uno strumento.

Pezzi di carne?
Certamente! Proprio come lei: una massa di fibre, molecole ed impulsi elettrici. Le persone non sono altro che animali efficienti che hanno l’unico svantaggio di dover essere convinti a fornirmi ciò che desidero.

E ci è riuscito?
All’inizio ben poco e ciò mi arrecava fastidio: questa è l’unica vita che ho perciò devo viverla godendola il più possibile ma questo risultato, che oggi posso definire un obiettivo raggiunto, all’inizio sembrava un lontano traguardo. Studiando ho imparato ad essere forte sia nella dialettica che nei fatti.

Nei fatti?
La scienza, l’onnipotente e razionale scienza è stata il migliore strumento che avessi mai utilizzato per ottenere con le mie forze tutto questo. Ricordo ancora come utilizzai il mio libro di chimica avanzata per occultare il primo corpo: la mia prima vittoria su coloro che mi contrastavano impedendomi di vivere serenamente. Con gli anni ho affinato sempre più la tecnica ed ho avuto sempre più sudditi in grado di liberarmi facilmente dagli avversari.

Chi erano i suoi avversari?
Erano solo dei cervelli che non funzionavano bene: presumevano che vi fosse un qualche motivo per il quale avrei dovuto smettere di raggiungere il mio appagamento. È stata una vera fatica sbarazzarmene e non sa quale immenso fastidio mi davano con i loro farfugli su fantomatiche realtà e presenze immaginarie. Converrà con me che è privo di senso sostenere che dentro un corpo vi possa essere qualcosa di invisibile ed intangibile ma di valore così inestimabile da impedirmi di raggiungere la felicità…

La felicità?
Ma certo! Mi basta battere le mani per chiamare i miei servi, per sollazzarmi con le mie fanciulle, per avere tutto l’oro e il potere che voglio. Non c’è motivo per il quale non dovrei ottenere dalla vita tutto ciò che voglio. Non vi è razionale motivo per il quale non dovrei battere i miei nemici: tutti coloro che mi danno fastidio. Gli altri sono servi, pezzi di carne semoventi ed utili a qualsiasi scopo. E se uno di loro non obbedisce lo si può sostituire subito. Io sono un vincitore e la mia vita è perfetta perché sono stato il più forte di tutti e ho quindi meritato. Ora vivo contento e me ne andrò a pancia piena. Quando comincerò a soffrire per la vecchiaia darò ordine di bruciare tutto in modo che nessuno possa ereditarlo e poi berrò il succo della dolce morte.

Ma non ha una coscienza?
Ma come osa? Quella parola l’ho proibita diversi decenni fa!
Portatela via, ai forni crematori!

il grande dittatore

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