Testimone

Un pensiero “istantaneo”: se una sera mi trovassi completamente solo e atterrasse davanti a me un’astronave; se dalla nave uscisse un alieno che io potessi toccare e con il quale avessi una comunicazione; se accadesse tutto questo, con quale coraggio potrei andare a riferire della non esistenza di ciò che ho toccato e visto? E se mi torturassero arriverei a dire una ignobile menzogna pur di risparmiarmi il dolore? E se mi facessero un mare di discorsi logici e scientifici che dimostrassero il contrario di ciò che ho visto, udito e toccato?

Al posto dell’UFO e dell’alieno potremmo metterci qualunque cosa. Se un avvenimento impossibile ti accadesse cosa faresti? E se questo avvenimento impossibile fosse così importante e così grande e così bello da non poterlo trattenere per te?

La verità più inconfutabile è quella verità che è vissuta. Ciò che osservo con i miei occhi, ciò che tocco con le mie mani, un avvenimento del quale sono testimone non può essere più cancellato dalla mia mente e dal mio cuore da nessuna prova e da nessun sofisma. Quando la realtà si impone irrompendo nella vita di una persona lascia un segno indelebile.

UFO

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Nell’armadio

Per Carlo era il primo giorno in quella nuova classe, in quell’ambiente sconosciuto. La comprensibile ansia per l’ignoto che lo circondava svanì improvvisamente quando vide entrare in classe Lucia. Era la più bella ragazza che avesse mai visto.
Quando fu l’ora di ricreazione, si avvicinò al gruppo di persone che parlavano con lei: «Dobbiamo raccogliere i soldi per il regalo di compleanno di Patrizio» – «Quanto ci mettiamo a testa?» – «Decidete voi, tanto per me va bene qualunque cifra» – «Mica siamo tutte fortunate come te, Lucia» – «Forse non è del tutto vero: pensa a quando dovrà cercarsi un ragazzo… dovrà essere uno economicamente alla sua altezza…»

«Ahi! Qui si mette male, caro Carlo» pensò il nuovo arrivato. Carlo non era certo ricco, anzi, si pagava gli studi lavorando part-time come cameriere in un ristorante. Ma non era affatto cattivo e non era affatto una brutta persona. Lucia doveva scoprire il bello di Carlo ma tra loro due c’era un muro economico che sembrava insormontabile.
«Guarda, il nuovo arrivato» – «Ti chiami Carlo, giusto? Parlaci un po di te! Dove abiti?»

«Vivo in una lussuosa villa!» – un secondo dopo, Carlo si era già pentito di averlo detto ma facendolo aveva abbattuto quell’immenso muro che lo divideva da Lucia. Ora doveva proseguire con la commedia o non avrebbe solo perso Lucia ma anche la sua reputazione.
Con il passare dei giorni Lucia si innamorava sempre più di Carlo, non perché fosse “ricco” ma proprio per la parte vera e bella di lui. Questo a Giorgio non andava proprio giù perché lui stravedeva per Lucia da molto prima che si facesse vivo Carlo e lei non lo aveva mai degnato di considerazione.

Giorgio era ormai ossessionato: braccava Carlo e sorvegliava ogni sua mossa. Alla fine scoprì chi era realmente perciò invitò tutta la classe a mangiare nel ristorante dove lavorava Carlo.
Come era prevedibile, tutti videro che Carlo era solo un cameriere. La maggior parte dei compagni se ne andò con indignazione. Non per aver scoperto “la verità” su Carlo, ma per essere stata coinvolta, usata e condotta lì solo per “smascherare” il ragazzo.
«Non è divertente?» chiese Giorgio con sorriso compiaciuto.

Giorgio mi ricorda certa stampa e, in particolare, buona parte del giornalismo di inchiesta in questo paese: spesso si fanno inchieste su inchieste, indagini senza fine perseguendo una maniacale ricerca di scheletri nell’armadio. Il movente di questo immane dispendio di energie non è certo la passione per la verità né un buon senso della giustizia, perché anche nel cercare ciò che è giusto c’è una misura e c’è un modo opportuno.
Spesso si cerca la verità scomoda per il proprio nemico, per l’oggetto della nostra invidia o gelosia; si identifica qualcuno da odiare e rovinare perché ci sembra irraggiungibile la sua fortuna e vogliamo togliergliela. La vera maniera di perseguire ciò che è vero e ciò che è giusto è promuoverne il fascino e non rovinare quella brava persona che, colpevolmente o meno, ha commesso qualche errore.

Scheletro nell'armadio

P.S. Qualcuno abbastanza cresciuto potrebbe riconoscere la scena di un film che mi ha ispirato questo post. A voi ricordarlo.

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