Il mago delle nuvole

A Francesco non piacevano le giornate nuvolose nelle quali le nuvole transitavano offuscando il sole ma senza degnarsi di fare nemmeno un goccio di pioggia. Quel giorno i colori erano sbiaditi e il mondo, attraverso la finestra della casa della nonna, sembrava soffocato sotto una cappa di tristezza grigia.

Sei lì alla finestra da più di venti minuti – lo richiamò la nonna dopo esserglisi avvicinata e aver gettato uno sguardo al cielo. Francesco la guardò sorridere come se la sapesse lunga. Ti mette tristezza il cielo nuvoloso? – chiese affettuosamente la donna – Si! Mi dà fastidio tutto questo grigiore e non capisco che senso abbiano tutte quelle nuvole se non fanno cadere nemmeno la pioggia. Ingrigiscono tutto ecco! – borbottò Francesco. La nonna, senza cambiare espressione, indicò lentamente il castello che si trovava sulla collina. Lassù vive il mago delle nuvole – disse – le dispone nel cielo a suo piacimento. Non è distante da qui, puoi andare a parlargli se ti va.

L’immenso portone del castello era già leggermente aperto quando Francesco lo raggiunse nel bel mezzo del pomeriggio. Il ragazzino si fece timidamente strada fra i corridoi, seguendo la scia di bigliettini appesi alle pareti. Annotazioni di ogni tipo lo accompagnarono fino al laboratorio sulla torre dove trovò un anziano signore che si divideva tra un telescopio ed una manovella che roteava di tanto in tanto – I tuoi genitori non ti hanno insegnato a bussare? – chiese l’uomo senza distogliere lo sguardo dai suoi strumenti – Me ne scuso – rispose il ragazzino – Sono Francesco, vengo da quella casa, ci sta mia nonna – Uh, devi essere il nipotino di Cassandra – disse sorridendo il vecchietto – Come mai sei qui? – Sono qui per chiederle di fare sparire le nuvole perché quando non c’è il sole è tutto grigio – Stanno benissimo lì dove stanno! Anzi, con un ultimo ritocco saranno perfette – Francesco si indispettì leggermente – Perché passa tutto il tempo a coprire il cielo senza motivo? Come può permettere che il sole venga offuscato in quel modo? – Ora non posso perdere tempo con te, ma se avrai pazienza capirai – rispose lapidario l’uomo.

Il mago delle nuvole tornò alle sue operazioni ignorando il ragazzino. Il giorno era ormai al termine e Francesco aveva perso le speranze di poter vedere il Sole prima di rientrare a casa. Stava uscendo dal castello quando davanti a lui apparve uno spettacolo meraviglioso: la luce del Sole al tramonto filtrava attraverso le nubi colorando il cielo con centinaia di sfumature differenti. Sembravano le pennellate luminose di un artista su una immensa tela. Se il cielo fosse stato terso e limpido Francesco avrebbe visto soltanto un disco arancione nascondersi dietro l’orizzonte. Il mago delle nuvole aveva fatto un ottimo lavoro faticando tutto il giorno.
Francesco tornò a casa consapevole che tutto ha un senso. Anche le cose che sembrano oggettivamente brutte lo hanno, anche se quel senso non è immediatamente comprensibile.

Nubi al tamonto

Ispirato dalla mia fidanzata che, guardando il cielo nuvoloso, ha detto, come fa di solito: “Oggi ci sarà un bel tramonto”

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