Sicurezza obbligatoria

Fare ricerca nell’ambito della fisica nucleare comporta delle speciali precauzioni per la sicurezza e la salute. Per esempio, i lavoratori classificati come “esposti” devono presentarsi ad una visita medica periodica. Se, dopo essere stati adeguatamente avvisati, si rifiutano di presentarsi alla visita medica commettono un reato punito dalla legge.

Lo stesso discorso vale per la sicurezza sugli autoveicoli: chi viene sorpreso privo delle cinture di sicurezza è severamente sanzionabile e rischia la sospensione della patente.
In generale, esistono leggi che obbligano le persone ad adottare comportamenti e strumenti che ne salvaguardino l’incolumità individuale.

Domanda: la legge serve soltanto a vivere tutti in pace regolando i rapporti reciproci oppure serve anche a prevenire ciò che è sbagliato e, in ultima analisi, nocivo per sé stessi e la propria umanità/dignità?
Se esiste una libertà di fare quel che si vuole finché non si nuoce agli altri, potrei benissimo scegliere di non proteggermi e di non prendere alcuna precauzione per salvaguardare la mia incolumità (ma fino a che punto sono autorizzato a scegliere per me stesso?). Al contrario, se la legge deve promuovere una certa condotta degna  di (=che si addice ad) un essere umano, impedendo i comportamenti scorretti, non c’è libertà individuale che tenga, neanche se c’è la scusante che non si nuoce ad anima viva.

Si può fare del male anche senza coinvolgere le altre persone; si può nuocere a sé stessi senza saperlo, certe volte anche credendo di non fare nulla di sbagliato; si può fare qualcosa di inappropriato senza rendersene conto. Se so che una determinata attività è incivile, scorretta, brutta, disumana o sbagliata non è forse meglio per tutti proibirla con lo strumento della legge? La mia libertà non finisce soltanto dove inizia quella degli altri ma anche dove diventa movente per compiere azioni non degne della mia umanità.

Elmetto di sicurezza

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