Ricostruzioni

Supponiamo di allestire un bel biliardo nucleare, facendo scontrare due oggetti per diverse volte allo scopo di scoprire quante volte si si forma un certo risultato e quante volte se ne forma un altro. Immaginiamo che di questi prodotti, non tutti siano visibili, misurabili o identificabili oppure che sia facile notare la presenza di alcuni prodotti e sia complicato scovare gli altri. Se volessi sapere quante volte è stato prodotto un particolare nucleo, come dovrei fare?

Ci sono dei modelli teorici, delle formule che, sotto forma di programma per computer, fanno delle previsioni. Utilizziamo uno di questi programmi il quale ci dice che, secondo le previsioni, ogni prodotto ha una sua proporzione rispetto agli altri. Allora mi basterebbe misurare soltanto quei due o tre nuclei facili da vedere per poi risalire a tutti gli altri basandomi sulle proporzioni che il software mi ha fornito.

In questi giorni mi sono reso conto che questo modo di fare può condurre facilmente in errore perché dev’essere la natura a parlare e non il modello. Ho confrontato il risultato del programma con quello che invece si era riusciti a misurare, con fatica. Se avessi scelto la strada facile, misurando soltanto ciò che era facile misurare, avrei sbagliato di grosso, infatti, le proporzioni fra i prodotti sono totalmente diverse da quelle che tira fuori il programma. Se invece di misurare anche “il superfluo” mi fossi accontentato di ricostruire la realtà basandomi su pochi elementi parziali, sarei giunto ad un risultato falso.

Il problema di certe discipline, come ad esempio l’archeologia e la storia, non è diverso da quello fisico: l’archeologo e lo storico possono vedere solo le prove che sono sopravvissute al tempo e sono costretti poi a ricostruire la porzione mancante basandosi su supposizioni e ipotesi che possono anche rivelarsi errate. Il buon senso ci dice che tante più supposizioni sono necessarie ad una ricostruzione, tanto più questa ricostruzione è incerta. Nel caso della storia, più andiamo indietro nel tempo e meno certezze ci sono. Facciamo particolare attenzione ai risultati di certe ricerche, soprattutto quando sono utilizzabili per attaccare le ideologie degli altri o per difendere la nostra: evitiamo di dare per assodato e per scontato ciò che può essere solo una ipotesi; un’ipotesi che può essere la ricostruzione forzata di chi ha in mente un secondo fine.

Residui

Non posso misurare solo il germanio68 e basarmi sul modello perché misurando il gallio67 vedo che il modello lo sovrastima, sbagliando.

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L’anfiteatro invisibile

Nella mia città è situato il secondo più grande anfiteatro italiano, cioè il più grande dopo il Colosseo. La gente ci passa letteralmente all’interno conversando, giocando, mangiando un gelato o, addirittura, guidando la macchina o viaggiando in autobus. Sembra una cosa impossibile ma in realtà accade e nessuno sembra rendersene conto. Per quasi tutti quelli che passano da lì l’anfiteatro non esiste o non ha alcuna importanza rendersi conto del luogo dove si sta camminando.

Questo anfiteatro grande quasi quanto il colosseo fu in parte smantellato per costruire gli edifici che oggi gli stanno intorno. Alcuni di questi edifici sono stati proprio costruiti a ridosso del monumento usandolo come parete portante. Fino ad un secolo fa il centro del monumento era riempito di terra e da sopra si vedeva solo una grande piazza. Un anfiteatro sepolto, si potrebbe chiamare. Eppure è sempre stato lì, sotto gli occhi di tutti, anche se in molti ne hanno fatto a meno e non si sono curati della sua esistenza.

Planimetria anfiteatro romano

Planimetria dell'anfiteatro romano a Catania

Anche se oggi in quella piazza è stato scavato un enorme buco dal quale si intravede parte del monumento originario, la gente che passa da quelle parti non ci fa quasi caso. Chissà se quando quel buco ancora non c’era, qualche archeologo provò a dire in giro che in quel posto c’era un anfiteatro grosso quasi quanto il colosseo. Quante volte gli avranno detto che era folle prima di scavare quel buco?

Chissà quante cose abbiamo sotto il naso ma non riusciamo a vedere… Cose che razionalmente potremmo dire che non esistono. Cose coperte da secoli e secoli di fango e costruzioni. Eppure sono lì, sotto gli occhi di tutti.

Anfiteatro romano Catania

Porzione dell'anfiteatro romano di piazza Stesicoro a Catania

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