Fiori all’ultravioletto

Per certi versi gli insetti ci vedono meglio di noi e i fiori lo sanno. Anche qualche fotografo di frontiera lo sa, perché ha avuto l’intuizione di utilizzare un apposito filtro – e un apposita camera – che gli consentano di vedere ciò che usualmente non può essere visto. Ecco che così un fiore qualunque, uniformemente giallo, mostra un disegno occulto, un’informazione supplementare prima impossibile da vedere.

Quanto ci fidiamo dei nostri sensi, dei nostri occhi, dei nostri strumenti? La parte dell’universo attualmente misurabile, dimostrabile, confutabile, documentabile non è che una minima parte dell’intero cosmo – senza neanche voler ipotizzare che vi possa essere qualcosa di non appartenente alla nostra idea stessa di cosmo…
Ciò che vediamo non è che un minuscolo sottoinsieme di ciò che esiste. Come possiamo pretendere di avere certezza su qualcosa al di là della nostra portata? Di quel fiore giallo posso dire di vedere solo quel suo colore ma non posso pretendere che in quei petali vi sia soltanto ciò che vedo.

Fiore ultravioletto

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Sbocciata!

Passiflora

Da quando ho scoperto il bocciolo, ho atteso ogni giorno di vederlo aprirsi. Andavo a guardare i progressi nel timore che il suo sviluppo si interrompesse perché – capita anche questo – c’era la probabilità di trovarlo per terra non ancora aperto.
Stavo lì a guardare e a volte mi veniva pure il nervoso perché non si apriva subito, perché ci metteva così tanto.

Non era sotto il mio potere: non potevo decidere io quando si sarebbe aperto e quali colori e forme mi avrebbe mostrato. Sì, sapevo che tipo di fiore avrebbe fatto, ma non sapevo precisamente le forme e i colori che avrebbe avuto. L’unica cosa che avevo teoricamente il potere di fare era interrompere io stesso quella cosa che si stava costruendo giorno dopo giorno. Se l’avessi fatto avrei certo posto fine all’attesa, perché non ci sarebbe stato più nulla da attendere, ma avrei impedito l’avverarsi della bellezza di quel fiore. Distruggere è alla portata di tutti, creare no.

Dobbiamo imparare la pazienza e il valore dell’attesa. Ogni minuto impiegato nel contemplare un progetto che si compie è un valore aggiunto all’avvenimento atteso. È facile impedire la bellezza, interrompere le attese, distruggere ciò che è in costruzione, ma farlo significa privarsi di un inestimabile valore. Cerchiamo di non anteporre la vita facile, con le sue scorciatoie distruttive, al valore della bellezza che ci attende. La nostra attesa sarà premiata.

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Sorprese di bentornato

Sono tornato a casa. Sono stato via per poco tempo eppure al mio ritorno ho trovato una piacevole sorpresa.

Circa un anno fa avevo seminato delle passiflore. Erano stati ricavati da una pianta adulta che era stata intenzionalmente impollinata per produrre frutto, ma le speranze di ottenere anche una sola pianta “figlia” erano poche. I semi di passiflora sono infatti tra i più capricciosi che esistano per diversi motivi: devono essere accuratamente ripuliti dalla polpa del frutto che ne inibisce la nascita; devono essere “attivati” con l’acqua tiepida; devono trovare un terreno particolare; germogliano anche dopo diversi mesi dalla semina.

Nonostante tutto, quando sono partito, cinque piantine erano già germogliate e si erano arrampicate, intrecciandosi fra loro, su un pergolato opportunamente collocato lì vicino. La fioritura della passiflora avviene ad almeno un anno dalla nascita e non mi aspettavo certo che al mio ritorno avrei trovato il primo bocciolo di questa nuova generazione.
Questo inatteso bocciolo ha suscitato in me stupore e meraviglia, in barba a chi classificherebbe l’accaduto come “una comunissima pianta che ha prodotto un banalissimo fiore”. Il nostro problema è che spesso riduciamo le straordinarie sfaccettature della realtà ad ordinarie banalità chiudendo, in qualche modo, i nostri occhi di fronte alla bellezza e a processi, tutto sommato, incredibili del mondo circostante. È infatti incredibile che quel bocciolo sia nato proprio lì e non altrove e proprio adesso e non dieci giorni fa o il mese prossimo. Ancor più incredibile come da pochi semi venga fuori tutto ciò, inaspettato ma sperato, poco controllabile ma appartenente ad un divenire, gratuito.

Bocciolo passiflora

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Generalizzazioni

I ragni non sono insetti ma aracnidi: hanno otto zampe invece di sei.
RagnoI funghi non sono vegetali e nemmeno animali: fanno regno a sé stante perché cellularmente non somigliano a nessuno dei due.
fungoLe margherite non sono fiori ma sono infiorescenze: ogni margherita è composta da centinaia di piccoli fiori.
MargheritaLe balene non sono pesci ma cetacei: non hanno le branchie ma lo sfiatatoio e non depongono uova ma allattano i loro piccoli.
Balena

Si fa presto a cacciare nel gruppo ciò che in realtà non vi appartiene. Anche con i casi della vita, con le situazioni che ci si possono presentare innanzi si può essere superficiali e non fare tutti i dovuti distinguo. Si fa presto a dire “quello è amore” o “quest’altro è una cura” o “questo qui è uno svago come un altro” o “se non fa male a nessuno non è un male”. Se c’è un modo certo per sbagliare nei propri giudizi, questo è di smettere di chiamare le cose con il loro nome inserendole nel “gruppo” sbagliato.

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Sul profumo dei fiori

Mentre oggi tornavo a casa, ho costeggiato una parete letteralmente ricoperta di gelsomini in fiore. Il profumo si sentiva a diversi metri di distanza.

La prima cosa che ho pensato è stata: «questo odore che sento è solo un meccanismo della pianta per attirare gli insetti», ma dopo un paio di passi mi sono accorto che qualcosa in quella frase non tornava.
Io non sono un insetto eppure posso trovare gradevole l’odore dei fiori, posso goderne la fragranza ed esserne ugualmente attratto, ma questo non ha alcun senso perché la pianta non sa che farsene degli esseri umani, come io non dovrei sapere cosa farmene dei suoi fiori.

Per l’insetto quell’odore è sinonimo di nettare da succhiare, di cibo insomma. Per la pianta l’insetto ha una funzione riproduttiva. Eppure io, che sono uomo, dovrei essere attratto solo dagli odori di un bar o una rosticceria, ma non dai fiori, dal loro profumo e dalla loro bellezza. È qualcosa che va al di là della funzione biologica: una capacità di apprezzare il mondo circostante che ha ben poco di materiale, meccanico, consequenziale.

Gelsomino

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