Ikaros

Uno dei sogni più sognati è quello dell’era spaziale, l’esplorazione di mondi distanti anni luce da noi con astronavi in grado di oltrepassare i limiti imposti dalla relatività.
Nessuno sa ancora bene come ciò potrebbe essere possibile ma una sola cosa è certa: l’energia necessaria sarà davvero enorme. Questo problema energetico si scontra ferocemente con il tema delle energie rinnovabili. Sarebbe infatti impensabile alimentare un’astronave del genere con pale eoliche o pannelli solari.

C’è però chi ci ha voluto provare. Una sonda giapponese di nome Ikaros è un esperimento di propulsione attraverso il vento solare. Si tratta di una sonda dal peso di 315Kg munita di una “vela” quadrata di diagonale pari a 20 metri e sulla quale collide il vento solare, un flusso di particelle alfa e protoni che si muovono alla velocità media di circa 400Km al secondo. Le particelle del vento solare trasferiscono la loro energia alla sonda e la accelerano. Ricorda molto una puntata di deep space nine dove il capitano Sisko costruiva ed utilizzava un veicolo molto simile.
L’esperimento scientifico voleva solo verificare la fattibilità dell’apparato ma c’è chi invece strumentalizza questo tentativo come soluzione ambientalista ai viaggi spaziali e motivo per dichiarare che le altre risorse energetiche, ben più potenti, sarebbero inutili.

Purtroppo le cose non stanno così. Mi sono divertito nel fare qualche conto con excel ed ho scoperto che la sonda, partendo dalla Terra, impiegherebbe cento anni solo per percorrere ottomila chilometri! (circa la distanza tra Washington e Tokyo – 7700Km) Figuriamoci quanto tempo servirebbe per percorrere quel paio di anni luce che ci separano da Alfa Centauri (senza considerare che anche Alfa Centauri ha il suo vento solare in direzione opposta).
La scienza può essere usata male come qualsiasi altra cosa e non solo nella forma di armi o sperimentazioni immorali ma anche, e soprattutto, per disinformare e illudere le persone su certe ideologie. Verifichiamo sempre quel che ci viene detto da chi fa tanto rumore sugli esperimenti altrui.

Ikaros

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Le raffinerie di etereone

Due stelle sorelle, identiche, erano a pochi anni luce l’una dall’altra, ciascuna con il suo sistema di pianeti. Su una luna di un gigante gassoso vivevano i Salicerunti mentre sul terzo pianeta della stella vicina vivevano i Sauropi. Furono i Salicerunti ad esplorare lo spazio per primi e ad incontrare i loro vicini. Avevano infatti trovato una fonte di energia incredibile che consentiva loro di alimentare le astronavi che, come risaputo, per viaggiare nell’iperspazio necessitavano di elevatissime quantità di energia.

Il carburante dei Salicerunti era l’etereone, un combustibile in forma di plasma che si ricavava da reazioni subnucleari. Per ottenere l’etereone serviva costruire degli impianti di raffinazione incredibilmente complessi all’interno dei quali si manipolavano le immense energie dell’etereone.
Il prodotto raffinato era stabile e facilmente gestibile ma la sua produzione si rivelò una vera “gatta da pelare”. Accadde infatti che, in una delle colonie dei Salicerunti, un pianeta di un sistema lontano, esplose una raffineria di etereone: di quel pianeta rimane solo un campo di asteroidi.
Nonostante questo incidente, i Salicerunti non si diedero per vinti: migliorarono le loro capacità tecniche e continuarono ad usare l’etereone, l’unico carburante che gli consentiva di solcare l’immensità dello spazio.

I Sauropi, venuti a sapere di quella colonia distrutta si limitarono soltanto a comprare l’etereone dai Salicerunti. L’accordo commerciale consentiva ad entrambi di avvantaggiarsi dell’etereone anche se l’economia dei Sauropi doveva far fronte alle ingenti spese per l’approvvigionamento del carburante. Tutto sommato si stava bene però.

Un giorno, dai lontani mondi inesplorati oltre la barriera di Talinteda, arrivò il dominatore del cosmo. Questo essere, del quale si diceva avesse poteri oltre ogni immaginazione, era diventato l’imperatore di un quarto della Galassia e guidava un’armata di centomila astronavi da guerra. Nessuno poteva sfuggirgli; nessuno era mai riuscito a farlo.
L’armata del dominatore del cosmo transitò in prossimità del pianeta dei Salicerunti e, dopo una breve scansione, passò oltre. Giunta sul pianeta dei Sauropi l’invasione ebbe inizio. Il dominatore del cosmo discese sulla superficie del pianeta ed entrò nel palazzo governativo più importante per trattare la resa immediata. Una folla si era radunata lì intorno per curiosità.

C’era una sola domanda che assillava ciascuno dei presenti: Perché noi e non i Salicerunti?
Il dominatore del cosmo, dopo aver inteso i pensieri dei Sauropi, scoppiò in una crassa risata e quando smise di ridere disse: «Oh, poveri sciocchi… Non c’è niente in questo universo che può arrestare la mia armata… Ma le raffinerie di etereone… – continuò con aria preoccupata – Quelle raffinerie… Avessi aperto il fuoco avrei perso la mia splendida armata. Con quelli dovrò trattare, con voi invece non ne avrò bisogno». E con un perfido sorriso, si prese tutto: terre, risorse e abitanti.

Centrale energetica

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Il campo di forza

Quando, circa cento anni fa, gli Attanistei avevano iniziato a solcare gli immensi spazi del cosmo, le loro navi non erano nulla di speciale: corazze in metallo; propulsori a curvatura; armi a particelle. Vedevano lo spazio interstellare come un immenso mare da esplorare con innumerevoli porti ad attenderli, popoli da conoscere, mondi da esplorare. Quanto di più affascinante un popolo aveva da dare loro lo accoglievano arricchendosi e poi facevano altrettanto con tutto ciò che avevano visto e imparato.

Purtroppo anche lo spazio nasconde delle insidie. Oltrepassata la nube di Liodo, gli Attanistei furono assaliti più e più volte dai pirati dello spazio. Ci fu pure una volta in cui gli assalitori non erano in cerca di mercanzie ma di materiale biologico. Gli Attanistei, che erano un popolo sensibile e aperto, si erano fatti imbrogliare e uccidere fin troppo: subivano il dolore e il male come assorbivano la bellezza degli altri popoli.
Fu così che gli Attanistei cambiarono, si chiusero. Per loro era amico solo un altro Attanisteo, tutti gli altri erano nemici e si doveva attaccare prima di diventare il bersaglio. Inventarono un potente campo di forza che respingeva ogni cosa e si dotarono di armi veramente pericolose.

Successe allora che, per un guasto al sistema di traduzione, vi fu un equivoco e aprirono il fuoco contro una nave di Arsictini, colpevoli solo di esistere. Quelli si difesero ma il campo di forza riflesse all’indietro i colpi e tutto l’equipaggio di quella nave morì.

Ci sono persone che, dopo aver vissuto delle sofferenze e dei momenti negativi, costruiscono come un muro, pesante, oppressivo, spesso, intorno al loro cuore. Se ridono, lo fanno con un retrogusto di amarezza, quando si sbeffeggia l’avversario politico o ideologico. Se provano un sentimento, questo è solo un rancore che non si riesce a sedare, neanche vincendo le battaglie in nome della propria ideologia. In alcuni casi, il muro è così spesso, che queste persone si riducono a delle macchine: per non soffrire più eliminano completamente tutto ciò che giudicano non razionale e logico.
L’uomo non è soltanto “mente” e tessuti. Di ogni essere umano è importante il cervello ma è ugualmente importante il cuore, inteso non come muscolo cardiaco ma come nocciolo ineffabile, elemento centrale della coscienza situato al di là della sfera logica. Se scegliamo di rinunciare al cuore, rinneghiamo la nostra umanità.

Scudo spaziale

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Gli incivili

La nave esplorativa della flotta terrestre stava per raggiungere la sua destinazione. Il viaggio era durato due mesi terrestri e l’equipaggio, che era stato prigioniero del tunnel spaziale per un così lungo lasso di tempo, fremeva nelle operazioni preparatorie per l’analisi del pianeta. La scoperta di un pianeta abitabile extrasolare sarebbe stata accolta come un trionfo dato che su quattrocento sistemi simili a quello terrestre ne erano risultati idonei soltanto due.

Sul ponte di comando era iniziato il conto alla rovescia per l’uscita dal tunnel spaziale. Il capitano e gli ufficiali guardavano il grande schermo centrale per vedere l’esatto istante in cui, davanti ai loro occhi, sarebbe apparso il pianeta e il cielo stellato.
Un applauso accolse la conclusione del viaggio e l’accensione dei retrorazzi. Il pianeta, azzurro e florido, compariva maestoso davanti alla nave appena giunta.
Dopo le manovre di avvicinamento e di ingresso in orbita, iniziarono subito le scansioni e il rilascio delle sonde per l’individuazione degli agenti patogeni.

Improvvisamente, uno degli ufficiali incaricati delle osservazioni qualitative balzò in piedi e si voltò rapidamente verso il capitano: «Ci sono strutture signore!». Sullo schermo – comandò il capitano. C’erano evidentemente delle case, dei villaggi, dei piccoli esserini che si muovevano avanti e indietro. Si decise di studiare quella civiltà senza farsi notare. Erano dei selvaggi: si uccidevano fra loro per futili contese; molti morivano di stenti e per le angherie dei prepotenti; era nelle loro abitudini e tradizioni di considerarsi fra loro in modo così barbaro.

Che fare? Il capitano era perplesso e dubbioso. Come si poteva tollerare che vivessero in quel modo, così disumano, così brutto? E se si interviene, non si distruggono le tradizioni? Non si priva quella gente di capire autonomamente come comportarsi?

Come ben sapete, dobbiamo ringraziare la scelta coraggiosa di quegli esploratori se oggi viviamo tutti bene – concluse l’anziano membro del consiglio, dopo aver riassunto brevemente la storia del suo popolo – eravamo barbari ma i terrestri ci hanno insegnato a vivere degnamente. È stato così che il nostro mondo e quello dei Terrestri fondarono l’alleanza interplanetaria che oggi conta ben quindici civiltà diverse.

Certe volte non si può lasciare una persona “a bollire nel suo brodo”: lasciarla libera di fare del male e farsi del male, solo perché non se ne rende conto e ritiene giusto farlo, può essere una mancanza altrettanto condannabile. Intervenire in questi casi non è oppressione, né ingerenza, né conquista, ma semplice gesto umanitario.

Pianeta

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Ibernazione

Spesso nella fantascienza si sente parlare di ibernazione. Consiste nel ridurre o sospendere le funzioni vitali dell’astronauta per un certo periodo di tempo. Un ipotetico astronauta in ibernazione consumerebbe meno scorte alimentari e sopporterebbe un viaggio lungo anche decenni.

Tra i film più famosi nei quali compare l’ibernazione o la stasi vi sono “ALIEN” e “Punto di non ritorno“, oltre a diverse puntate di Star trek come “The thaw“, l’episodio cui la Voyager trova alcuni superstiti di un pianeta ormai morto all’interno di alcune capsule di stasi. In quest’ultimo caso gli occupanti delle capsule vivevano in una realtà simulata dove, alla lunga, le loro paure aveva generato un essere virtuale dalle sembianze di clown che si divertiva a terrorizzare ulteriormente i suoi ospiti.

Attualmente non è possibile ibernare un essere umano adulto perché non esiste un sistema che consenta un congelamento abbastanza rapido e generalizzato da non generare danni alle cellule. Se fossimo però costretti ad usare le tecnologie odierne per colonizzare un altro mondo? E se l’unica speranza per l’umanità fosse quella di raggiungere un altro pianeta? L’astronauta perfetto è attualmente l’embrione, l’unico stadio vitale dell’esistenza umana che può essere congelato abbastanza rapidamente da sopravvivere all’ibernazione.

Alien ibernazione
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Il messaggio

Gli abitanti del pianeta Adropais avevano scoperto il sistema Nefrino circa cento anni fa. Quando gli adropaisiani, dopo appena un anno di viaggio interstellare, raggiunsero il sistema, fecero subito amicizia con gli abitanti del luogo e condivisero il loro sapere tecnologico con loro. Purtroppo quell’incontro si rivelò una tragedia ed una dura lezione. Dopo solo cinque anni, gli abitanti del sistema Nefrino non avevano infatti saputo gestire l’enorme sapere del quale erano stati investiti e, in un conflitto globale, disintegrarono il loro pianeta estinguendosi. I sopravvissuti sono ora dei criminali che usano la tecnologia contro gli stessi adropaisiani.

Una settimana fa, la squadra osservativa di Adropais ha scoperto un altro pianeta abitato a circa quarant’anni di viaggio interstellare. Il gran consiglio, formato dai tre sovrani, si è appena riunito per decidere la strategia operativa ed evitare un nuovo disastro Nefrino.
Dopo circa due ore di dibattito il più giovane dei tre, Grosc Suite, si è offerto volontario per andare da solo sul pianeta ed ha proposto di sfruttare il tempo del viaggio per preparare la gente di quel pianeta. Per farlo sarà utilizzato il congegno del sovrano Iro Nospatist per l’invio di onde radio istantanee.
Tra Adropais ed il pianeta sconosciuto si trova però una nube di polveri e gas che permette la trasmissione di frammenti per un totale di soltanto il 5% di ogni messaggio. 

Sono passati cinque anni dalla partenza di Grosc Suite. Sul pianeta sconosciuto alcune persone dicono di aver ricevuto delle trasmissioni e hanno cominciato a scrivere un libro dove raccolgono le “presunte” informazioni ricevute. Dicono di aspettare l’arrivo di un condottiero.
In diverse occasioni il “messaggio” sembra chiedere cose assurde o comandare azioni discutibili. Alcuni si comportano di conseguenza, altri interpretano diversamente. Tutto viene però scritto sul libro, anche se sembra contraddittorio.

A quarant’anni dalla sua partenza, Grosc Suite ha finalmente raggiunto il pianeta e, con un dispositivo di occultamento, ha assunto le sembianze di uno degli abitanti del luogo. Non sono in molti a credergli perché il suo traduttore non è perfetto e lui cerca di spiegare come può quel che deve dire. Alcuni dicono che non è lui quello che stavano aspettando ma un impostore. Altri ancora, credono più verosimili gli altri racconti mitologici e non credono che sarebbe mai giunto qualcuno sul loro pianeta.

A 90 anni dalla scoperta del pianeta sconosciuto, Grosc Suite è ancora lì. Si è nascosto meglio perché hanno cercato di ucciderlo ma continua a stare con alcune persone fidate che ha incontrato.
I suoi rapporti, inviati con capsule antipolveri, sembrano mostrare che la popolazione impiegherà ancora molto tempo per capire. Purtroppo il messaggio di preparazione ha prodotto un libro con molte contraddizioni, nonostante il messaggio si possa evincere con un pizzico di apertura mentale. Bisogna anche considerare che da quando Grosc Suite è giunto sul pianeta, il messaggio è migliorato notevolmente fino a diventare chiarissimo per coloro che gli sono rimasti vicino.

Questa cronaca è dedicata a coloro che spendono molto tempo a cercare contraddizioni e che giustificano il loro risentimento verso gruppi o persone sulle varie “incoerenze” che hanno trovato. Quando si parla di qualcosa che si scopre pian piano e della quale non si conosce quasi nulla, è ovvio che se ne abbia un’immagine sfuocata che viene man mano perfezionata. Spesso, chi si scervella in ricostruzioni e analisi del passato, trova soltanto ciò che cerca: motivi per chiudersi ulteriormente ed imbrogliarsi su quel mondo nascosto del quale non abbiamo altra testimonianza che pochi frammenti mal interpretati.

Onde radio

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