Levaci mano

Parlo a te.

Sì, proprio a te che pensi: «Sto bene come sto. Sono già felice e contento».
A te che non vuoi verificare personalmente; che non vuoi provare prima di giudicare.
A te che quando ti parlano seriamente devi sempre fare una battuta ridicola, possibilmente che manchi di rispetto a chi ti sta parlando.
A te che che sei ossessionato dalla politica o da altre manie e non perdi l’occasione di collegare qualsiasi cosa ti dice l’altro con il tuo repertorio di invettive contro la fazione opposta.
A te che non hai altro da fare che piombare sul blog altrui con la critica sempre pronta, con il cervello occupato nel trovare un cavillo dialettico.
A te che sei ormai monotematico nelle tue conversazioni: sempre a lamentarti; lamentarti sulla politica; lamentarti sulla società; lamentarti della gente; della paga; dei tuoi capricci non esauditi; delle angherie – non importa se inventate o no – perpetrate dal tuo “nemico”.
A te che passi la vita a combattere persone e organizzazioni senza chiederti quanto abbia senso combattere i tuoi simili, senza pensare alle vittime che calpesti con il tuo cavallo bianco nella carica contro i mulini a vento.
A te che mentre la gente muore di fame e per la povertà, fai la voce grossa per ottenere sempre più “diritti” e benefici per te stesso e altri benestanti.
A te che fai della rabbia, della lotta, dell’attacco verbale o fisico, dell’imposizione del tuo volere a colpi di sofismi, il tuo pane quotidiano, lo strumento per creare la tua utopia di una società che sarebbe perfetta perché mutilata di quell’aspetto che non hai compreso e che ritieni per tal motivo indegno dell’umanità stessa.
A te che passi interi giorni cercando argomenti per infangare il tuo “nemico” che sia realmente malvagio o no, non importa.
A te che il “nemico” ha sempre torto, o un povero illuso o un grande mentitore, e devi smontarlo pezzo per pezzo.

Dico a te. La chiami una vita felice questa?
Come si dice dalle mia parti: “Levaci mano”. Non è vita per esseri umani.

Maggie arrabbiata

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La combriccola dei nucleoni

Una delle cose più affascinanti della fisica nucleare – tra quelle che mi spinsero ad intraprenderne gli studi – è il concetto di difetto di massa. Il nucleo di ogni atomo è formato da nucleoni, il nome che diamo a protoni e neutroni quando stanno insieme in un nucleo. Quando stanno da soli, ciascuno per conto proprio, ogni protone ha una massa a riposo di 1.672 · 10−27 Kg ed ogni neutrone ha una massa a riposo simile (1.674 ·10−27 Kg) perciò, se la matematica non è un’opinione, chiunque concluderebbe che un nucleo di oro peserebbe esattamente la somma di 76 volte il peso del protone e 118 volte il peso del neutrone.
Invece non è così: un nucleo di oro pesa di meno! Una parte della massa “scompare” per essere spesa in energia di legame. Come e perché ciò avvenga non è chiaro al 100% ma non è di questo che voglio parlare.

Tra i più antichi ricordi che ho ci sono quelli di quando andavo all’asilo: eravamo bambini un po’ monelli, incapaci di frenare un commento o un comportamento che potesse ferire l’altro. Infatti si era formato il gruppo dei “normali” mentre gli altri erano esclusi e spesso insultati. Ricordo un compagnetto che veniva emarginato per la sua benda da occhio pigro, un altro che se ne stava isolato perché tirava su con il naso e poi c’ero io, del colore sbagliato. Non so come, invece di starcene ciascuno per conto proprio a piagnucolare sulla propria emarginazione, cominciammo a stare insieme e a giocare. Anche a me faceva impressione l’occhio pigro o il continuo tirare su con il naso, come penso che anche ai miei compari facesse uno strano effetto il mio aspetto però avevo imparato che, come i nucleoni, bisogna rinunciare ad un po’ della propria massa – pregiudizi, impressioni, esteriorità, nomea – per stare insieme. L’energia di legame nel gruppo dei “normali” era invece nulla e questo comportava divisioni e litigi, la pretesa di ciascuno per la quale devono sempre essere gli altri ad adeguarsi a noi e non il viceversa.

Un caso più calzante è quello del matrimonio: due umani (nucleoni) di diversa natura (un uomo/neutrone e una donna/protone) stanno insieme ma non può esserci vero amore senza sacrificio (difetto di massa) altrimenti, prima o poi, la coppia esplode.
Altro caso si verifica nel mondo dei blog e bloggers: ci sono quelli del “giro grosso” e quelli “strani” che in pochi vanno a visitare, piccole nicchie con grandi tesori che in pochi conoscono. Colgo allora l’occasione per ringraziare i miei 6 lettori pregandoli di restare “connessi” con questa piccola nicchia anche se per qualche giorno non avrò il tempo di pubblicare materiale nuovo. Grazie.

Nucleo e nucleoni

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Un anno

Esattamente un anno fa (un anno meno un giorno) cominciava l’avventura di questo blog che muoveva cautamente i suoi primi passi all’insaputa di quell’immenso mondo di informazioni e pareri che è internet. Iniziava come tentativo di costruire qualcosa, come l’impresa di un naufrago che, approdato finalmente sulla terra ferma, cerca di mettere in piedi un riparo e di tirare avanti. Nasceva come esperimento, un tentativo di parlare direttamente al cuore delle persone bypassando le sovrastrutture sociali, ideologiche e pregiudiziose.

Dopo soltanto 130 articoli e 91 commenti lo spirito che ha dato inizio a questa avventura è ancora il motore che spinge questo blog a proseguire il suo cammino. L’avventura di questo sito si configura infatti come un cammino, un viaggio che, passo dopo passo, esplora umilmente il mondo e la realtà per trarne una riflessione, uno spunto che ci aiuti nel districarci nel labirinto di idee e direzioni nel quale siamo spesso perduti. Non sembra, ma l’eccessiva varietà, la possibilità di scegliere fra un numero spropositato di opzioni, ci ha infatti smarriti. Chi non vorrebbe un filo di Arianna che gli faccia percorrere la via migliore all’interno del labirinto?

Con le armi dell’osservazione, dell’esperienza, della considerazione per tutti gli aspetti della realtà – dal fenomeno più palese alla sensazione più nascosta del cuore – questo blog prosegue il suo cammino, consapevole della lunga strada ancora da percorrere ma anche della parte di viaggio già compiuta e, soprattutto, che un’uscita c’è, un percorso sicuro esiste.
Un particolare ringraziamento va a coloro che hanno letto queste pagine, che le hanno condivise con i loro amici, che hanno dato un contributo – sempre prezioso – commentando e che hanno ispirato nuove riflessioni. È importante, per un blog piccolo come questo, che voi lettori continuiate con il vostro prezioso contributo. Senza di voi, il viaggio sarebbe stato più duro.

Nella speranza di poter proseguire ancora per altri anni – impegni permettendo – facciamo quest’altro passo avanti.

Labirinto

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Il cavaliere oscuro

Uno dei personaggi più usati e forse abusati del cinema è senza dubbio Batman, uno dei pochi supereroi a non disporre di super poter ma a basare la propria forza sul conto in banca e sulla tecnologia che è in grado di procurarsi.

La più recente apparizione cinematografica dell’uomo-pipistrello è nel film “Il cavaliere oscuro”, sequel del precedente “Batman begins”. Non commento l’intero film perché, tutto sommato, è prevalentemente una serie di scene d’azione per intrattenere il pubblico più che un mezzo per comunicare un qualche significato profondo. Tuttavia non mancano spunti di riflessione: c’è una scena nella quale si racconta di un bandito che in Birmania aveva rubato un carico di pietre preziose…

Il bandito non ha rubato le pietre preziose per averne un tornaconto economico, le ha buttate via. Con certi uomini non ci si ragiona, né ci si tratta… «Certi uomini vogliono solo vedere bruciare il mondo». Non a caso quando in qualche forum o in qualche blog si incontra gente di questo tipo si parla di “flame”: un litigio che si innesca e divampa come un incendio inarrestabile.

Sicuramente c’è un qualche modo di agire nei confronti di queste persone e altrettanto certamente questo modo deve passare per la comprensione di ciò che sta dietro al loro agire – prima fra tutte le cause l’ideologia. Se facciamo lo sbaglio di giudicarli meno umanamente corriamo il rischio di diventare come loro e di diventare il combustibile di quella fiamma che il loro cuore disperato (=senza speranza di trovare qualcosa di meglio) brama.

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Blogger premio catena

donoLa carissima amica Merins, una persona squisita che avrei tanto voluto avere come insegnante durante le scuole dell’adolescenza e che mi invita spesso a cena, mi ha coinvolto in una catena di scambi di link. Le regole sono le seguenti:

linkare questo post nel loro blog, segnalare 3/5 blog poco noti e meritevoli di essere conosciuti ed informare gli autori dei blog prescelti affinchè si prosegua nella valorizzazione delle risorse a disposizione.

Stando perciò alle istruzioni faccio un elenco minimale di blog che vorrei segnalare, con la premessa che i miei lettori si contano sulle dita di una sola mano e che quindi il mio apporto all’intera macchina dello scambio dei link è circa zero.

Il primo blog che segnalo è Nonna Internauta. È gestito da una carissima amica con la quale parlai al telefono subito dopo aver sostenuto il difficile esame per l’ammissione al dottorato. La cosa mi fece piacere e, a distanza di anni, non l’ho dimenticata.
Il secondo blog che segnalo è quello (sono quelli) di NightOwl87: in italiano e in inglese. Li segnalo perché c’è del bello da quelle parti ed è un peccato che ci sia chi si perde questa bellezza solo perché non era a conoscenza del luogo informatico. Vorrei che questa segnalazione valesse per due, ma se così non fosse suggerisco un terzo blog.
Si tratta di Corvo: memorie del tempo. In lingua originale (portoghese) e tradotta da google (in italiano). Lo gestisce un mio cugino (figlio dello zio Saverio) che vive a Praia, la capitale di Capo Verde. Parla del villaggio dove anche io ho le mie origini e spero che il senso di quel che dice sia comprensibile nonostante la pessima traduzione di google. Da ipotesi non supportate dai fatti dovrei avere un lettore che conosce il portoghese, almeno lui riuscirà a capire cosa dice quel blog.

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Quell’ipocrita dell’uomo ragno

L’uomo ragno (Spiderman) è un noto personaggio dei fumetti, creato da Stan Lee (testi) e Steve Ditko (disegni). Tra i personaggi del fumetto c’è anche il direttore del giornale “Daily Bugle”, J. Jonah Jameson che, tra le altre cose è anche il datore di lavoro di Peter Parker, la vera identità dell’uomo ragno.

Spiderman, come tutti i super eroi (tranne Batman), ha dei super poteri che gli permettono di fare cose realmente fuori dal comune e, come tutti i super eroi, usa i suoi poteri a fin di bene. Non c’è dubbio che l’uomo ragno sia una persona rispettabile e fondamentalmente buona, un esempio da imitare nel proprio piccolo, ciononostante J. Jonah Jameson passa tutto il suo tempo a rovesciare la realtà dandogli contro sulle prime pagine del suo giornale. Da eroe diventa nemico pubblico numero uno.

Povero Spiderman, anche lui deve fare i conti con i suoi limiti. Certo, ha i super poteri, ha promesso di difendere tutti, ma niente di ciò che possiede è infinito e nemmeno i super eroi possono sfuggire al fatto che nulla nell’universo è realmente infinito. Per questo si becca fiumi di bile da J. Jonah Jameson con frasi del tipo: «Dov’era Spiderman, quando uccidevano quella poveretta nella periferia nord? … Se Spiderman è davvero un eroe, perché non ha salvato anche quel bambino? … Dice di proteggere la città ma c’è ugualmente delinquenza ovunque … È un ipocrita!»

J. Jonah Jameson esiste anche fra noi quando usiamo gli strumenti di comunicazione a nostra disposizione (giornali, televisione, blog, radio) per parlare male di chi difende valori e persone. Non dobbiamo biasimare le persone buone e giuste del nostro tempo perché sono limitate come lo siamo tutti. Dovremmo invece stimarle e prenderle ad esempio perché se c’è ancora qualcuno che ha bisogno di aiuto potrebbe voler dire che forse è il momento di metterci a fare qualcosina anche noi, sempre e ovviamente entro i nostri limiti.

J. Jonah Jameson

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Illusionisti

C’è una categoria di artisti, di gente di spettacolo, che suscitano un grande stupore nel pubblico perché fanno credere di essere capaci delle cose più impossibili ed incredibili, spesso contrarie alle leggi della natura. Mi riferisco ai prestigiatori, o illusionisti, a quelle persone che hanno maturato delle abilità particolari o che fanno uso di strumenti ingegnosi per intrattenere il pubblico.
Come fanno?

Ogni “trucco” ha un suo manuale, è chiaro, ma c’è una regola che vale per tutti, dal più semplice al più complesso: lo spettatore deve guardare nel posto sbagliato. È per questo che il prestigiatore muove abilmente le mani, generando appariscenti effetti. Mentre la mano destra tira fuori un coniglio dal cappello, il piede sinistro schiaccia un pulsante che prepara il prossimo trucco; mentre lo spettatore guarda la scatola magica, uno specchio copre l’assistente che ne sostituisce il contenuto. L’attenzione viene sempre sviata altrove.

C’è chi di questa regola fa un tesoro prezioso anche se il suo lavoro non consiste in giochi d’ingegno. È gente che ha a che fare con il grande pubblico, che crede di fare informazione anche se, sotto sotto, conduce la sua piccola battaglia ideologica contro un nemico a scelta. E così certe  pubblicazioni, sviano l’attenzione dal concetto principale per focalizzarsi su un dettaglio che viene abilmente trasformato nella pietanza principale del banchetto. Se il mio “nemico” sta parlando di qualcosa di buono, faccio la voce grossa su un commento che gli è scappato durante la cena del giorno prima; se egli sta partendo per una conferenza all’estero lo freddo lamentandomi dello spreco di fondi nell’organizzazione del viaggio e della conferenza; se è una persona importante sottolineo gli eccessi del servizio d’ordine, e così via…

Tra giornalisti ed autori di blog ce ne sono tanti così. Noi che siamo lettori e, in qualche caso, anche autori facciamo attenzione, non dove l’abile illusionista ci invita a guardare ma, lì dove pulsa il cuore vivo di ciò che abbiamo davanti, facendo attenzione a non farci coprire la vista dal solito specchio.

Illusionista

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